donne e sport

Le femmine e lo sport

Ci sono molti uomini scientemente prevenuti sullo sport femminile nel calcio come nel tennis, nel basket e via discorrendo. Anche se è solo nel calcio che la presenza femminile viene del tutto disapprovata. Non solo in campo, non solo negli arbitraggi (vedi recente caso del telecronista napoletano), ma anche se si azzardano a parlare di calcio. Bisogna però, fare alcuni importanti distinguo prima di incamminarci nel ragionamento e tentare di capire perché questa ossessione si è inculcata negli ometti. La presenza femminile è ampiamente rispettata e apprezzata nell’atletica, dove la preparazione femminile è sin dalle scuole primarie sostenuta e guidata con grande interesse.

È solo nel calcio che la presenza femminile viene del tutto disapprovata.

donne e sport

Essendo un po’ meno potente il tennis femminile, se ne possono apprezzare tecnica e strategia,

Continuando tra i distinguo, troviamo quegli sport in cui le donne, seppur separate, vengono apprezzate e rispettate addirittura più dei colleghi maschi, parlo per esempio di tennis e pallavolo. Per il tennis femminile, ad esempio, l’attenzione maschile è fortissima. Pensate che io ho un amico che guarda solo le partite femminili. Superato l’imbarazzo di immaginarlo una sorta di pervertito della gonnellina svolazzante, mi sono fatto coraggio e gli ho chiesto la ragione di una passione così originale. Con mia sorpresa  l’amico in questione mi ha spiegato che, essendo un po’ meno potente il tennis femminile, se ne possono apprezzare tecnica e strategia, caratteristiche che nei tennisti uomini spesso sono coperte dalla potenza perché sic et simplicer, assicura una maggiore difficoltà all’avversario anche a rischio di appiattire un po’ il gioco. Vedi tennis moderno con polemiche annesse.

Poi, ci sono gli “altri” sport (n.b. per noi italiani) che non sono il calcio, dove troviamo addirittura bambini e bambine mischiate. Fatevi un giro la domenica nelle scuole basket se non mi credete, troverete squadre miste. Devo essere sincero e dire che non ho ancora capito se la scelta delle squadre miste sia avvenuta per mancanza di iscritti o per filosofia, ma di sicuro nel basket amatoriale succede quello che non è nemmeno immaginabile su un campo di calcio.

Poi c’è la pallavolo, sport in cui la presenza femminile è decisamente preferita a quella degli uomini. Colpevoli i maschi pallavolisti, secondo una leggenda popolare, di essere un po’, in fondo, ricchioni. Inspiegabile il sessismo ribaltato verso la pallavolo, ma sta di fatto che nonostante i due metri e i look bizzarri di Andrea Lucchetta (mitico lui) e soci, gli uomini siano sempre visti con un alone di scetticismo quando si mettono a “servire” o a fare bagher. Vai a capirci qui.

Unico sport a distinguersi per essere vittima di razzismo bipartisan è il golf, sentenziato in maniera encomiabile da Giorgio Gaber col suo Per giocare a golf non serve essere stupidi, ma aiuta molto. Anche qui inspiegabile il pregiudizio verso uno sport tra i più contemplativi e scientifici in assoluto. Ma tornando a noi, nel calcio invece le femmine proprio non sono apprezzate. La domanda ovvia allora è: perché? Perché il gentil senso è così osteggiato? Le risposte sono molteplici, la prima sicuramente è che il calcio è vissuto come una sorta di zona franca di ogni morale. Avete presente quando ad Amsterdam i branchi di maschietti girano per le vetrine a caccia di prostitute da insultare o da cui farsi insultare? Ecco, quello è il calcio per molti uomini che si sentono liberi solo fra loro nel liberare i propri istinti più bassi. Alla bisogna meglio essere soli. Citiamo per dovere di cronaca alcuni uomini che al contrario vedono nel calcio la poesia, l’amore, la rivalsa e allora lì cambia tutto, da ultrà si diventa esteta, romantico e allora magari vorresti una bella donna di fianco a condividere le tue parole e una bottiglia di Malbec. Ma questa è un’altra storia che racconteremo in un altro pezzo.

Oltre al branco però, c’è un altro effetto molto interessante e lo chiameremo Effetto Gene Hackman. Il grande attore americano in Mississippi Burning (film sulla segregazione razziale in America, decisamente crudo) pronuncia una frase che ti arriva dritta in testa e racconta esattamente come ci si sente ad essere razzisti: “Se non puoi essere meglio di un negro, di chi puoi essere meglio?

Ribaltiamo la frase, se non puoi parlare di calcio meglio di una donna allora di chi puoi essere meglio? Questo deve pensato Fulvio Collovati durante la famosa gaffe sessista. Interessante notare che tra l’altro di per sé la frase non sarebbe nemmeno sessista. In fondo che insulto è “Tu non capisci di strategia del calcio”? Insomma non è che proprio sia un’offesa, infatti secondo me Collovati non voleva offendere ma dire un’altra cosa: se non possiamo parlare più di calcio noi maschi allora, di cosa possiamo parlare? Ed ha ragione; il maschio ormai depredato dal ruolo di quello che porta i pantaloni si arrocca su quello che trova. E’ rimasto il calcio? Facciamo che essere maschio è giocare e calcio e pisciare contro i muri scrivendo. Ci si arrangia.

A nome di tutti i maschilismi cito però, lo sport più macho di tutti. No, non è la boxe né il rugby, è il ciclismo. Immortalato da una celebre canzone di Paolo Conte, il ciclismo è uno sport per uomini e da uomini, in cui non è contemplata la presenza femminile.

E tu mi fai, dobbiamo andare al cine
E vai el cine, vacci tu
[…]
Mi piace restar qui sullo stradone
Impolverato, se tu vuoi andare, vai

About

Zeta è il nostro modo di stare al mondo. Un magazine di sport e cultura; storie e approfondimenti per scoprire cosa si cela dietro le quinte del nostro tempo,

Altre storie
lewandowski barcellona
Il calciomercato del Barcellona dimostra che il DNA di un club non esiste