sindrome di peter pan

La sindrome di Peter Pan

Oggi è il 159esimo anniversario della nascita di Sir James Matthew Barrie, scrittore e drammaturgo scozzese originario di Kirriemuir. Forse alla maggior parte dei lettori questo nome non dirà nulla, ma le cose cambiano se si cita la figura di Peter Pan, creata proprio da lui. Da questo noto personaggio di fantasia, trae spunto la relativa sindrome che coinvolge numerose persone della nostra società. Tra queste, anche vari calciatori sembrano provare una sensazione del genere.

James Matthew Barrie
James Matthew Barrie

Prima di scoprire alcuni calciatori che hanno a che fare con questo particolare stile di vita, bisogna ricordare cosa sia la sindrome di Peter Pan in un ambito generale. Si tratta di una particolare circostanza di natura psicologica nella quale versa qualsiasi individuo che presenta diversi problemi nel riuscire a crescere dal punto di vista mentale. Nota anche con la denominazione tecnica di neotenia psichica, coincide con l’incapacità di iniziare ad assumersi delle proprie responsabilità e di passare dall’età adolescente a quella adulta. Diversi soggetti, dunque, manifestano l’attitudine a restare piccoli, in una situazione che da sporadica può tramutarsi in patologica. Il mondo dei grandi viene visto come ostile e rigettato con una serie di atteggiamenti che si rifanno apertamente alla fanciullezza. L’utilizzo effettivo del termine risale alla fine dello stesso secolo. Tutto ciò nasce dal libro di Dan Kiley dedicato proprio a questa condizione, che narra di un nuovo che non è mai cresciuto ed è stato scritto nel 1983.

La neotenia psichica coincide con l’incapacità di iniziare ad assumersi delle proprie responsabilità e di passare dall’età adolescente a quella adulta

Antonio Cassano, l’eterno predestinato

Quando si parla di sindrome di Peter Pan, la maggior parte degli appassionati la associa al mondo del calcio, da sempre fonte di ispirazione per una lunga serie di tematiche. Il primo esempio lampante è quello di Antonio Cassano che casualmente da giovanissimo veniva soprannominato proprio con l’appellativo di Peter Pan, oltre che Pibe di Bari Vecchia. Nato nel 1982 nel capoluogo pugliese, ha avuto numerose occasioni per evolversi da ottimo giocatore a fuoriclasse, ma non è mai riuscito nel suo intento a causa troppi limiti caratteriali. Nel corso degli anni, Antonio è diventato famoso più per le sue cassanate che per le qualità tecniche, comunque indiscutibili ma purtroppo lasciate in secondo piano. Ad esempio, nel 2001 il calciatore fu cacciato dalla nazionale Under 21 di Claudio Gentile per atteggiamento non regolamentare. Dopo un paio di anni, alla Roma rivolse il gesto delle corna all’arbitro Rosetti dopo essere stato espulso nella finale di Coppa Italia. Al Real Madrid prese in giro il tecnico Fabio Capello in un’imitazione poco rispettosa, mentre alla Sampdoria litigò sia con l’allenatore Luigi Delneri che con il presidente Riccardo Garrone e fu cacciato prima di girare tra Milan e Inter. In quest’ultima esperienza, litigò col tecnico Stramaccioni e messo fuori rosa. Anche nella seconda esperienza alla Samp, rischiò di essere silurato dal nuovo presidente Massimo Ferrero. Inoltre, prima di ritirarsi, firmò un contratto col Verona che fu stracciato prima di iniziare a giocare.

Mario Balotelli, il campione mai esploso

Un altro chiaro esempio della sindrome di Peter Pan è quello di Mario Balotelli. Anche quest’ultimo è un grande talento dal punto di vista tecnico, ma non è mai riuscito ad emergere fino in fondo per colpa di un carattere irascibile. Se quelle di Cassano erano considerate cassanate, le sue venivano definite balotellate. Anzi, vengono, dato che il calciatore nato a Palermo e cresciuto a Brescia è ancora in piena attività con la maglia del Marsiglia. Dopo essere stato trasferito dall’Inter al Manchester City, Mario iniziò a farsi conoscere durante un’amichevole negli Stati Uniti, quando invece di tirare in porta preferì esibirsi in un paradossale colpo di tacco. L’evento fece andare il tecnico Roberto Mancini su tutte le furie, con sostituzione immediata. Con lo stesso allenatore, Balotelli sfiorò la rissa dopo un’entrata dura in allenamento su Sinclair. Fu fermato e multato ripetutamente dalla polizia per diverse infrazioni sul Codice della Strada, accusato di aver fatto lo spacciatore a Scampia, visto mentre giocava a freccette con i ragazzini delle giovanili del City. Ma soprattutto, è un chiaro esempio di genio e sregolatezza ancora oggi. Ovunque va, inizia sempre in maniera straordinaria, segnando gol a grappoli come lui saprebbe fare ancora oggi. È successo al Milan e al Nizza, sta succedendo anche al Marsiglia. L’elenco dei suoi gesti è, dunque, in fase di continuo aggiornamento.

George Best, Eric Cantona e Paul Gascoigne

Prima di Cassano e Balotelli, altre tre stelle del calcio internazionale avevano manifestato atteggiamenti piuttosto strani, riconducibili proprio alla sindrome di Peter Pan. Il primo era stato il nordirlandese George Best che univa al suo grande estro sul campo diversi momenti al limite della follia fuori dallo stesso. La sua grande passione per l’alcol, la droga e le belle donne erano sotto gli occhi di tutti. Inoltre, il francese Eric Cantona si rese protagonista di un bel calcione nei confronti di un tifoso nel bel mezzo di una partita con la maglia del Manchester United. Inoltre, prese parte ad un film a forti tinte erotiche, dato che era incentrato su un’orgia. Infine, non possiamo lasciare in secondo piano l’inglese Paul Gascoigne che aveva un carattere particolarmente ambivalente. Da una parte, ha fatto divertire il pubblico e i compagni con gesti goliardici. Dall’altra, versa ancora oggi in condizioni di salute critiche a causa di un eccesso di antidolorifici e sostanze poco benefiche. Un aneddoto su tutti per far capire che tipo era Gazza. Campo di allenamento del Tottenham. Durante l’allenamento il pallone sorvola la recinzione del centro sportivo degli Spurs fino a perdersi nel bosco lì accanto. Paul alza subito le mani e urla ai suoi compagni: «Continuate a giocare! Non preoccupatevi, vado a riprenderla io!». Scavalca la recinzione e si infila fra cespugli ed alberi. Ritornerà 24 ore dopo tra lo sconcerto e la paura generale, dicendo semplicemente al suo allenatore: «Eccola! L’ho trovata».

Altri calciatori che non sembrano mai cresciuti

Nel corso dei decenni si sono visti numerosi altri gesti ai limiti dell’assurdo, con eventi antisportivi, esultanze diverse rispetto a quelle classiche, momenti di autentica follia dentro e fuori al terreno di gioco rettangolare. Iniziamo dal Bad Boy Paolo Di Canio, che una volta spintonò l’arbitro e, alcuni anni dopo, si rese protagonista di un gesto sportivo fermandosi per un avversario a terra. Da non dimenticare il Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, noto anche per la dipendenza dalla cocaina, per i suoi figli illegittimi sparsi in giro per il mondo, per i guai fiscali e per l’alimentazione totalmente senza regole. Anche in Brasile, non sono mancati esempi particolari come Adriano, protagonista di numerosi scandali, e Ronaldo, protagonista di uno scandalo di droga e transessuali. Infine, un altro esempio bizzarro è quello dell’ormai ex calciatore italo-argentino Pablo Osvaldo, che a 30 anni ha lasciato lo sport che gli aveva dato tanto per intraprendere una nuova carriera da cantante rock.

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