Michel Platini
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Michel François Platini

Ho cominciato a giocare nella squadra più forte della Lorena, continuato nella squadra più forte di Francia e finito nella più forte del mondo.

La carriera calcistica di Platini l’ha riassunta lui stesso con questa frase. La prima vera partita importante della sua storia la gioca nel campionato francese con la squadra del Nancy contro il Nimes. I primi venti minuti sono un disastro, tanta emozione e pochi tocchi di palla. Due domeniche dopo, la situazione cambia e infila due formidabili gol al Lione, da lì comincia l’ascesa de Le Roi. Dopo il Nancy passa al Sant’Etienne con cui vince il suo primo campionato nazionale e nel 1982 arriva in Italia. Gianni Agnelli dirà di lui tempo dopo:«L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras».

Il bomber francese ha già firmato un precontratto con l’Inter di Fraizzoli, ma quando la Juve dell’Avvocato Agnelli lo chiama, decide di accettare. L’inter lo lascia libero di andare e Platini viene acquistato dalla Juve per pochi soldi. La Juve ha già Liam Brady come straniero e sta finalizzando l’acquisto di Boniek, ma l’Avvocato insiste, vuole in squadra questo ragazzo di origini piemontesi, figlio di un immigrato italiano e così dà il benservito a Brady.

Con la maglia bianconera ho vissuto i momenti più belli della mia carriera

Il 1982 è un campionato epico per Juve, la migliore di tutti i tempi e Platini domina il campo con 6 campioni della Nazionale Italiana campione del mondo in quell’anno. Il primo campionato di serie A di Le Roi è strepitoso: assist decisivi, passaggi filtranti e il fiuto infallibile del gol. Platini ha le movenze del centravanti, si muove come una punta, attacca e dirige tutta la squadra portandola alla vittoria. Quell’anno vince la classifica cannonieri del campionato italiano, classifica che vincerà ben altre due volte di fila. Nel frattempo si sposa con Christelle da cui ha due figli. Con la Juve vince di tutto: due scudetti, la Coppa Italia, la Coppa delle Coppe, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa Europea e una Coppa dei Campioni contro il Liverpool nella tragica serata del 1985 allo stadio Heysel. Con la Nazionale francese vince il Campionato europeo segnando 9 gol in 5 partite, miglior marcatore del torneo. Come Johan Cruijff e Marco van Basten ha ricevuto tre Palloni d’Oro ed è l’unico giocatore nella storia del calcio ad averli vinti per tre anni di seguito.

Con l’Avvocato Agnelli ha sempre avuto un rapporto speciale fatto di stima e rispetto reciproco.«Il grande Gianni Agnelli mi ha insegnato a vivere» dichiara Platini. Sarà perché dentro e fuori dal campo Platini si è comportato sempre da vero gentleman. In oltre 300 partite non è mai stato espulso per una scorrettezza e ha ricevuto solo 4 cartellini gialli in tutta la sua carriera. Durante l’intervallo tra il primo e il secondo tempo di una partita importante di campionato, l’Avvocato Agnelli entra, come al solito, nello spogliatoio e trova Platini tranquillo a fumare una sigaretta. L’Avvocato sorpreso gli chiede:«Platini, ma lei fuma nell’intervallo di una partita? – “Avvocato, l’importante è che non fumi Bonini, è lui quello che deve correre!». Bonini, suo compagno di squadra è chiamato anche il maratoneta per la sua grande capacità di corsa e con il francese ha un’ottima intesa in campo.

Se arrivo davanti alla porta dieci volte, segno nove gol

Presuntuoso, spocchioso? «Alle parole faceva sempre seguire i fatti, più che presunzione, la sua era consapevolezza dei suoi mezzi», così lo ricorda Massimo Mauro, ex calciatore della Juve, in un’intervista a Tuttosport. Agosto 1982, partita di campionato, Juve contro Pescara. Le Roi fa una giocata senza precedenti, con un pallonetto scavalca la difesa del Pescara, chiusa a catenaccio, riprende la palla e tira un micidiale pallone in porta. Una prodezza calcistica, praticamente si serve da solo, inventa l’assist a se stesso.

1986, finale della coppia intercontinentale a Tokyo, Juventus contro Argentinos Juniors. Platini fa un gol incredibile che però, viene annullato per un fuorigioco dubbio di un suo compagno di squadra. Con la solita ironia che lo contraddistingue Le Roi si sdraia serafico a terra con la testa appoggiata alla mano e guarda sorridente le reazioni dei compagni che protestano contro l’annullamento del gol. La partita continua e finisce ai rigori con Platini che segna il gol decisivo, regalando la coppa alla Juventus. Questo è Michel Platini in campo.

Quando gli chiedevano cosa ne pensasse degli allenatori Platini rispondeva:«Un buon allenatore è un allenatore con giocatori buoni» e lui era un gran giocatore: ironico, creativo e intelligente. In campo sapeva divertirsi e far divertire il pubblico, un pò meno i suoi avversari forse, ma sempre con correttezza e fair play. Nel 1988 si ritira dal calcio, a soli 32 anni, in linea con la sua forte personalità, vuole essere lui a decidere quando smettere. Nel 2007 comincia la carriera come Presidente della UEFA. Anche qui Platini dimostra di essere un personaggio controtendenza, impopolare e consapevole di far parte di una minoranza. «Sono contro la tecnologia nello sport e nel calcio in particolare» dichiara. Sostenitore del ruolo dell’arbitro che non può essere sostituito da telecamere o addirittura dai droni. Per un funambolo del calcio come lui, il gioco deve fluire, divertire il pubblico e non può essere interrotto dalla moviola. Poi il grande buio. Nel 2015 viene accusato di corruzione dalla FIFA per aver ricevuto un pagamento illecito di circa 2 milioni di franchi svizzeri da parte di Blatter, all’epoca Presidente della FIFA. Platini è costretto a rassegnare le dimissioni dalla carica di Presidente UEFA, ma non si arrende. C’è qualcosa di napoleonico in questo suo finale. Come Bonaparte la sua voglia di ritornare in prima linea al comando non cessa. Come afferma poco dopo aver abbandonato il trono europeo:«Tornerò di nuovo nel calcio perché il calcio è la mia vita». Le Roi presenta numerosi ricorsi, arrivando fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Nel 2018 la magistratura svizzera lo scagiona definitivamente dalle accuse di corruzione. Sembra il ritorno del grande imperatore, ma Waterloo è dietro l’angolo. Così il 18 giugno Platini viene arrestato (fermo cautelare) negli uffici dell’Ufficio Anti-corruzione della polizia giudiziaria francese di Nanterre nel quadro delle indagini sulla controversa assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar. Sembra la fine di un mito che ha saputo reggere la pressione del campo, ma non quella della politica. Un declino che lascia una grande paura perché il sentore è che qualcosa di ancora più grosso possa emergere dalle indagini. L’amara verità di come un grande giocatore non è sempre la soluzione migliore per la governance del nostro calcio.

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