Banksy e lo sport

Esiste, ma pochi lo conoscono. Potrebbe passarvi accanto e non lo riconoscereste. Eppure è difficile trovare qualcuno a cui il suo nome non suoni familiare perché Banksy è l’artista del nostro tempo, è la nostra coscienza. Il giornalista Craig Williams sostiene di avere prove convincenti che sia in realtà Robert Del Naja, il frontman dei Massive Attack, gruppo trip hop di Bristol. Alcuni criminologi della Queen Mary University di Londra al contrario, sono convinti che sia l’artista di strada Robin Gunningham. Ma qualunque sia la vera identità di Banksy, quello che colpisce è la portata mondiale delle sue creazioni. Certo, l’arte ha il sottile ed ultimo scopo di parlare ai più, ma le opere di Banksy, come ha evidenziato lo street artist americano Obey, sono di una semplicità disarmante che le rende accessibili a tutti.

Anche un bambino di 6 anni che non ha la minima idea di cosa sia un conflitto culturale non avrà alcun problema a riconoscere che c’è qualcosa che non quadra quando vede la Monna Lisa che impugna un lanciafiamme

Obey

Il leit motiv delle sue opere è una critica feroce al capitalismo, accogliendo le istanze degli emarginati, dei poveri e di tutti coloro che si sentono sopraffatti da un sistema economico disumano. È come se Banksy avesse dato voce ad un pensiero che anche se condiviso da molti, nessuno, neppure le parti politiche di sinistra, hanno avuto il coraggio di esprimere. Come un moderno Pasquino, lo sconosciuto inglese ha sfidato il potere a volte con la satira a volte con un J’accuse diretto che non ha lasciato spazio ad incomprensioni. Per questo ogni sua opera è incredibilmente efficace. I soggetti delle sue opere spaziano dalle guerre all’immigrazione, dal consumismo alle banche fino al falso benessere. Banksy attacca tutto e tutti, fedele ad una morale in cui ogni azione, ogni espressione della nostra libertà non ha compromessi. E Banksy non risparmia neppure lo sport, da sempre accentratore delle derive umane più pericolose. Una collezione di opere dissacranti che vanno dalle Olimpiadi londinesi del 2012 all’EZLN (Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale).

NO BALL GAMES

Una serie di stencil in cui lo sport è la metafora per raccontare la situazione della nostra società, soprattutto dal punto di vista dei ragazzi. Così ecco due bambini che giocano non con una palla, ma con un cartello ammonitore.

no ball games

E altri due ragazzini intenti a passarsi un televisore che trasmette una palla: la metafora del cambiamento dello sport tra i giovani, sempre più legati ad un intrattenimento ludo-tecnologico.

no ball games 2

Le Olimpiadi di Londra

Ma è con le Olimpiadi del 2012 che Banksy cavalca il tema dello sport accusando l’intero impianto organizzativo delle Olimpiadi. Il bambino asiatico che cuce le decorazioni per le Olimpiadi è una chiara critica allo sfruttamento del lavoro minorile. E questi continui ossimori visivi trovano vigore in particolare, in due opere: Hackney Welcomes The Olympics e Going For Mould. Nella prima, un giavellottista viene ritratto nel classico gesto del lancio con un missile in mano. Una critica all’allora Segretario di Stato alla Difesa, Philip Hammond, desideroso di costruire una base missilistica nel sito di Hackney. Nella seconda, un astista salta un filo spinato in una zona cittadina degradata. Una critica comune in ogni Paese in cui vengono organizzate le Olimpiadi: la discrepanza tra i milioni spesi per i Giochi e la carenza di fondi per migliorare le aree periferiche, spesso abbandonate a loro stesse.

Hackney Welcomes The Olympics
Going For Mould

I personaggi

La sua arte dissacrante non lascia scampo nemmeno ai grandi personaggi del passato. Ecco Lenin, uno dei fondatori del bolscevismo, che nella severità del suo sguardo e della sua gestualità si trova ad indossare dei rollerblade griffati Nike. È un messaggio irriverente che sottolinea la natura cannibale del nostro mondo che fagocita qualsiasi simbolo o personaggio di culto.

Lenin Banksy

E come non menzionare Bomb Middle England? La tela del 2003 ritrae tre pensionati che giocano a bocce con delle bombe, probabilmente indossando delle divise da ufficiali. O ancora quella dedicata ai rivoluzionari dell’EZLN, grandi amanti del calcio. Pare che Banksy abbia anche partecipato ad una loro partita insieme alla sua squadra di calcio punk, gli Easton Cowboys e Cowgirls.

Bomb Middle England
banksy sport

Ma al di là di della satira, della sferzante protesta e della presa di coscienza, il valore delle opere di Banksy (e dei suoi collaboratori) è anche quello di aver dato un ulteriore impulso a quell’arte ancora sottovalutata che è la street art. Un’arte capace di giocare con le costruzioni urbane, soprattutto quelle periferiche e in disuso. È l’arte che ha reso bello ciò che prima era brutto. Interi quartieri sono rinati e lo stesso lavoro dell’artista di Bristol prende forza perché riesce a giocare con il contesto. Un esempio su tutti: Rodeo Cowboy Kid.

Rodeo Cowboy Kid

Un semplice stencil riesce a nobilitare un muro disastrato e a ridare senso ad una parete. Alla fine non è questo che cerchiamo nell’arte? Un senso per comprendere tutto quello che ci circonda.

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