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Lo stile unico di Djorkaeff: dall’Inter al lusso di Zilli

É il 5 Gennaio 1997 a Milano si gioca Inter-Roma. Una partita con poche emozioni fino a quando Youri Djorkaeff non inventa un’altra partita, trasportando quella giornata a San Siro direttamente nell’albo dei ricordi nerazzurri e del calcio tutto.

Un’azione anonima dello stesso Djorkaeff, un tiro “telefonato”, una respinta, un difensore alza la palla verso la destra dell’area piccola. Troppo alta quella palla per colpirla coi piedi, troppo distante per fare qualcosa di significativo di testa. É un guizzo quello di Djorkaeff, s’impenna, la testa va verso il terreno e i piedi verso il cielo. Non é esattamente una rovesciata, sembra una candela sospesa per aria. Ne esce un tiro preciso, un fendente che dopo aver scavalcato il portiere si appoggia dolcemente tra i pali. Youri Djorkaeff ha appena compiuto un gesto tecnico straordinario, applaudono tutti, anche i tifosi avversari, l’arbitro gli stringe la mano: il francese ha appena rotto il muro del tifo che si scioglie in un grande applauso all’unisono dedicato allo stile. Di lui il compianto Gigi Simoni diceva: “uno così ti risolve un sacco di problemi”. Frase che tradotta dall’amabile lingua di Gigi Simoni voleva dire: quello nei pomeriggi buttati di campionato ti inventa un numero di alta classe e ti fa vincere la partita.

“Lo stile conta più della bravura”, diceva Emil Cioran e sicuramente nello sport é così che funziona. Quella rovesciata finì dritta dritta nella campagna abbonamenti dell’Inter nell’anno successivo, segnando per la squadra milanese un importante momento di stile e passione, anche se a conti fatti di poche vittorie per le quali bisognerà aspettare il cinismo di José Mourinho. Djorkaeff di stile se ne intende e a Milano, città sensibile a questa dote, diventò simbolo di un epoca di calciatori eleganti che avrebbe visto in pochi anni anche Baggio e Ronaldo.

Ma non solo Djorkaeff ha dato molto a Milano, anche la città ha ricambiato oltre che con grande affetto con alcuni suggestioni extra calcistiche, in particolare legate alla moda. Questo rapporto molto stretto del calciatore francese con la città e le sue qualità internazionali é ritornato recentemente in auge grazie alla notizia che Youri Djorkaeff collaborerà con il marchio ultra elitario Zilli. L’esclusiva casa francese ha coinvolto l’ex calciatore nel proprio progetto, affidandogli una linea sportiva e casual, un abbigliamento da tutte le occasioni insomma. Laurent Schimel, amministratore e direttore creativo di Zilli, avrebbe letto negli occhi dell’ex interista la voglia di essere attivo nel mondo della moda. I due si erano già conosciuti in occasione del mondiale per lo sponsorizzazione di alcuni vestiti  così é nata una felice collaborazione.

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Youri Djorkaeff by Zilli Sport

Pare però, che la passione per moda e per lo stile per Djorkaeff sia un amore vecchio, forse antico sarebbe il caso di dire, perché, come ha dichiarato a L’Equipe, la passione per l’abbigliamento gli é stata inculcata dal nonno di origine armene che, come molti altri emigrati da quella sfortunata terra, erano abilissimi sarti. Stile e passione che si trasmettono per via genetica sembrerebbe quasi, se non fosse che proprio a Milano Djorkaeff avrebbe incontrato una seconda figura di fondamentale importanza per la sua nuova attività: lo stilista di Milano per eccellenza Giorgio Armani.

Youri Djorkaeff by Zilli Sport
Youri Djorkaeff by Zilli Sport

Sembrerebbe infatti, dalle parole rilasciate sempre a L’Equipe, che sia stato proprio il patron dell’omonimo marchio milanese a riavvicinarlo allo stile e alla moda, con una con vera e propria amicizia nata tra le passerelle delle sfilate. Dalle parole di Youri Djorkaeff si evince come il progetto non sia solo una mossa di marketing basata sul nome del campione. Il francese ha dichiarato di aver partecipato alla scelta dei tessuti, dei tagli, di aver collaborato con lo staff creativo di Zilli.

Djorkaeff ha inoltre dichiarato di aver immagino tutta la linea che porterà la sua firma come una possibile continuazione del proprio armadio. Tutti i vestiti della sua collezione saranno abiti che lui stesso indosserebbe o verrebbe indossare, trovando inconcepibile mettere la propria immagine a capo di qualcosa che non rispecchi il suo stile. Non fatichiamo a crederlo, anche se sembra un annuncio promozionale, perché Djorkaeff sia in campo che fuori ha fatto scuola per quanto riguarda lo stile nel gioco e nel condurre sobriamente la vita da campione. Non ultimo il caso di estrema sincerità in cui ha dichiarato di essere rimasto stupito dalla scelta di Antonio Conte all’Inter visto che é stato un protagonista delle vittorie più “opache” della Juventus, affermando però anche che di fronte alle vittorie certo non si discutono le operazioni. Stile sì insomma, ma con un occhio alla pragmaticità.

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