GIORGIA SPECIALE

#OneToOne: Giorgia Speciale

Raggiungiamo Giorgia Speciale a Vilamoura, in Portogallo, dove domani partiranno i Campionati europei di windsurf, una porta per le Olimpiadi di Tokyo. Un evento importante per i colori azzurri del windsurf visto il momento fortunato da alcuni anni a questa parte per la nostra scuola.  Per Giorgia Speciale il Portogallo sarà un momento importante per dare continuità alla scia di successi che nel 2018 l’hanno vista trionfare alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires.

Grinta, ironia, un po’ di wild spirit, Giorgia Speciale è la sportiva che non ti aspetti, che ti spiazza.

GIORGIA SPECIALE

Dove ti trovi ora Giorgia?

Sono a Vilamoura in Portogallo perché martedì 24 inizierà il Campionato europeo, che in tutto questo casino è riuscito comunque ad essere confermato.

Ci saranno condizioni particolari vista la situazione COVID?

No, non ci sono particolari condizioni: le solite regole, mascherina e distanza; per quanto riguarda la regata, invece, tutto come sempre. L’unica differenza rispetto ai soliti campionati mondiali è che ci sono meno partecipanti in quanto la maggior parte delle nazionali hanno già scelto il proprio concorrente e, quindi, ci sarà una sola persona in gara per nazione. Avranno più concorrenti solo quelle nazioni che non hanno ancora scelto il proprio candidato alle Olimpiadi, come Israele,  Polonia, l’Italia e pochi altri.

Il tuo obiettivo sportivo in questo momento sono le Olimpiadi?

Assolutamente sì, questa volta sarà molto difficile, ma io ci proverò con tutte le mie forze. Se non dovessi farcela ci riproverò per le prossime. 

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Come sono le condizioni climatiche in Portogallo ora?

Il meteo qui ora è abbastanza incerto perché era prevista una perturbazione che avrebbe dovuto portare pioggia e vento freddo. Per ora il vento è tranquillo non troppo forte, quindi come piace a me: onda grossa, cosa a cui noi italiani non siamo tanto abituati, ma qui in Portogallo c’è molta onda perché siamo proprio sull’oceano. Nei giorni precedenti abbiamo fatto molto allenamento in acqua proprio per prendere la mano con questo tipo di onda. La cosa particolare qui è che c’è onda anche con poco vento, mentre in Italia siamo abituati ad avere onda solo col vento, ma qui essendo sull’oceano c’è onda sempre, tutti i giorni.

Qual è la tua condizione ideale per gareggiare?

Vento leggerino, perché sono piccola fisicamente ma abbastanza forte muscolarmente, quindi con il vento calmo rendo meglio. Parlando di nodi, sono all’incirca 6-7 nodi (12-13 chilometri orari di vento). Prediligo le situazioni più tranquille perché essendo piccola e leggera devo giocarmela con la strategia e la tecnica. 

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Qual è stato l’approccio al windsurf?

Io sono nata ad Ancona e mio padre faceva windsurf; non era un grande surfista, ma amava questo sport e ogni tanto lo praticava. Sin da piccolissima mio padre mi portava con lui sulla tavola, poi appena sono cresciuta un po’, intorno agli 8 anni, ho iniziato a praticarlo autonomamente. Ero piccolissima avevo una vela di un metro e mezzo, se la vedo ora non ci credo, mi ricordo che fu un problema trovare una muta così piccola. 

Il mio allenatore storico, Roberto Pierani, in quegli anni aprì una sezione windsurf ad Altamura e da lì, a nove anni, ho iniziato ad allenarmi in modo costante, estate e inverno; li é nata la mia passione. 

Il windsurf è molto romantico nella nostra testa, c’è qualche immagine extra sportiva che vuoi raccontarci?

Una cosa che mi è sempre piaciuta fare è uscire con la tavola al tramonto questa è una cosa che ho sempre amato. Ad Ancona il sole non tramonta sul mare, bisogna immaginare una città come Civitavecchia nel Lazio o anche qui in Portogallo, dove il sole tramonta proprio sull’acqua; ecco fare un’uscita con quella luce è spettacolare. Ma anche per gioco con gli amici, esci in acqua e poi una birretta sulla spiaggia: queste sono le mie serate preferite, i miei tramonti preferiti. 

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Sin da piccolissima mio padre mi portava con lui sulla tavola, poi appena sono cresciuta un po’, intorno agli 8 anni, ho iniziato a praticarlo autonomamente. Ero piccolissima avevo una vela di un metro e mezzo, se la vedo ora non ci credo, mi ricordo che fu un problema trovare una muta così piccola.

La tua giornata tipo?

Dipende dal momento dell’anno. Quando sono fuori con la nazionale ci svegliamo la mattina, si fa un allenamento leggero, colazione e poi un po’ di palestra, pranzo e di solito una o due attività prima di cena. 

I giornali scrivono sempre che sei una ragazza che vince in uno sport maschile. Tu ti senti addosso la responsabilità di essere un simbolo? Mi pare che te l’abbiano un po’ messa addosso?

In molti hanno scritto questa cosa dello sport maschile, ma in realtà vista dall’interno io non ho questa sensazione, non così forte.  Quando ero nelle categorie giovanili partivamo tutti insieme nelle gare, maschi e femmine, per poi dividere le classifiche. Lì sentivo un po’ di più la presenza maschile e, comunque, fino agli under ne battevo tanti di maschi. Oltre quella età i maschi diventano più forti fisicamente e, quindi, si dividono le gare e i percorsi, ma non definirei il windsurf un sport maschile, ripeto dall’intento non si ha questa sensazione. 

Però, in Italia hai acceso un po’ un faro sul windsurf

Si questo sì, soprattutto ad Ancona dove non era molto sviluppato a livello agonistico. Anche al mio stesso circolo, quando ho iniziato eravamo solo io e il mio migliore amico con una sola tavola che ci scambiavamo a vicenda, ora, invece, c’è un giro molto grande con anche una squadra femminile composta da sette/otto donne. 

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Tu hai delle figure femminili a cui ti ispiri?

Sicuramente una donna che mi piace molto come atleta e come personalità è Federica Pellegrini; ho letto anche alcune sue interviste e mi piace molto. E poi, sicuramente un idolo che sento molto vicino a me è Alessandra Sensini, perché ha praticato il mio sport e poi perché è una persona che ho avuto modo di conoscere e mi piace come donna, per quello che ha fatto sportivamente.

Quali sono i posti che ti hanno colpito di più surfandoci?

Il posto che mi ha colpito di più al mondo è la Nuova Zelanda, non solo per l’acqua dove mentre surfavo mi nuotavano a fianco degli squaletti, ma anche per come è fatta: passi da Ockland che è una città bellissima, moderna, al resto della Nuova Zelanda che è vuota, solo natura. Un posto davvero sconvolgente, infatti appena potrò vorrei tornarci per una vacanza.

Poi c’è la Sardegna, dove quest’anno finalmente sono riuscita ad avere casa per tutto l’inverno; ecco per me la Sardegna è un parco giochi. Ho una casa sul mare, praticamente prendo il caffè in spiaggia la mattina, mi alleno e poi posso prendere la macchina e andare a fare delle gite, dormire in tenda da qualche parte, surfare ovunque. Poi c’è Ancona che è casa, ogni volta che torno sono felicissima.

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Hai uno spirito selvaggio?

Per anni ho frequentato gli scout, a me è sempre piaciuto vivere le avventure, essere in mezzo alla natura. Le vacanze che amo sono infatti quello zaino in spalla e avventura, vacanze attive.

Questo spirito rientra un po’ nel tuo modo di vivere il tuo sport?

Certo, devi essere un po’ appassionato alla natura, non è una vita scontata quella di chi affronta uno sport come il mio; devi avere una passione per l’avventura.

Un idolo che sento molto vicino a me è Alessandra Sensini, perché ha praticato il mio sport e poi perché è una persona che ho avuto modo di conoscere e mi piace come donna, per quello che ha fatto sportivamente.

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Quali sono le tue passioni oltre allo sport e ai viaggi?

Il cibo (ride ndr.), ma quello buono: aperitivini, piatti tipici, cose speciali. Poi, la mia più grande passione, prima ancora del windsurf, è la montagna e ancora di più il cibo in montagna. 

Io amo la montagna è l’unico posto in cui mi rilasso davvero, mi godo la vacanza, libero la mente. Se sono vicino al mare mi sento costretta a fare attività sportiva, mentre se vado in montagna mi rilasso davvero, mi godo il relax.

Cosa sogna la Giorgia che non fa surf? Quali sono i tuoi sogni a medio e lungo termine?

Quando avrò finito con il surf, mi piacerebbe poter lavorare nella comunicazione anche per sfruttare gli studi che sto facendo. Poi, verso i cinquanta mi piacerebbe invece aprire un ristorante, un’enoteca, così finito di lavorare andrei nel mio localino a mangiare un tagliere con un calice di vino.

In quale città lo apriresti?

Io vivrò ad Ancona, la mia vita sarà ad Ancona. Li ho le mie radici, le mie persone, la mia vita. 

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