golf covid

Anche quando il gioco si ferma i campioni continuano a giocare!

Quando si parla di Covid-19, si pensa  a come nel giro di pochi mesi questo virus abbia cambiato completamente il nostro stile di vita e il mondo intorno a noi. Tutti, direttamente o indirettamente, hanno subito gli effetti della pandemia e tutti hanno dovuto ingegnarsi e trovare un modo per reagire e affrontare la nuova situazione globale. È innegabile, però, che in alcuni settori i danni sono stati più consistenti e, tra di essi, il mondo dello sport, ancora oggi, sembra essere uno dei grandi sconfitti della pandemia.

A circa un anno di distanza dall’individuazione dei primi casi di Covid-19 le palestre rimangono chiuse, gli sport di squadra sono vietati a livello amatoriale e soggetti a numerose restrizioni nel caso di competizioni agonistiche, mentre numerosi sport individuali sono costretti a fare i conti con nuove regole sempre più rigide. Le carriere di chi lo sport lo pratica per professione hanno, in alcuni casi, subito profondi rallentamenti o brusche battute d’arresto e, in molti casi, i diretti interessati hanno dovuto trovare un modo per affrontare una situazione che, se prolungata ulteriormente, rischierebbe di porre fine alla loro carriera che, in molti casi, è la loro unica fonte di guadagno. Anche nel mondo del golf la situazione non è delle migliori, con un certo numero di campioni che dal 2020 devono fare i conti con la frustrazione di non poter partecipare a nessuna delle competizioni della stagione.

A circa un anno di distanza dall’individuazione dei primi casi di Covid-19 le palestre rimangono chiuse, gli sport di squadra sono vietati a livello amatoriale e soggetti a numerose restrizioni nel caso di competizioni agonistiche, mentre numerosi sport individuali sono costretti a fare i conti con nuove regole sempre più rigide.

Per i più giovani, la pandemia è stata una sorta di pausa di riflessione forzata (e spesso non richiesta), mentre per i più anziani potrebbe rappresentare il punto che sancisce la fine di una lunga carriera. In particolare, 3 golfisti inglesi hanno cercato altrettanti modi per affrontare questa fase di stagnazione delle loro carriere.

Il primo è Matthew Jordan, classe 1996. A 24 anni, Jordan si presenta come uno degli astri nascenti del golf internazionale con alle spalle svariati successi come il Turkish Airlines Challenge nel 2019, il  Betfred British Masters del 2020 e la vittoria dell’ Italian Challenge Open Eneos Motor Oil. Tuttavia, la pandemia ha cambiato le carte in tavola e dal luglio 2020 i criteri di selezione per le competizioni si sono fatti estremamente selettivi: nessuno avrebbe guadagnato posizioni se non avesse vinto. L’unica alternativa, per Jordan, è stata allora quella di ritirarsi in casa e di esercitarsi il più possibile. La frustrazione, però, di assistere in televisione alle competizioni nelle quali gareggiano colleghi e avversari è tanta e, non sempre, è semplice affrontarla mantenendo i nervi saldi.

Sul versante femminile, anche la campionessa Meghan MacLaren ha deciso di affrontare la situazione e non darsi per vinta. Se, come lei stessa afferma, il primo lockdown è stato molto difficile da sopportare, adesso è arrivato il momento di sfruttare questo stop e di affrontarlo come un’opportunità. Infatti MacLaren in questi mesi si sta concentrando molto su aspetti del suo sport che, spesso, vengono messi in secondo piano nel corso di tour di competizioni molto serrate. In particolare, si sta concentrando a raggiungere il massimo della forma lavorando sulla velocità e la forza.

Nonostante la frustrazione e la sofferenza derivata dal fatto che la due volte campionessa del Ladies European Tour è lontana dal campo da golf dal 26 Dicembre, Meghan MacLaren si ritiene fortunata a poter ancora impegnarsi al 100% nello sport che ha scelto e che è diventato la sua stessa vita. Infatti, si prepara adesso per il Symetra Tour gara importante dell’ LGPA Tour.

Per il sessantaduenne Roger Chapman, le cose non sembrano andare meglio. Da più di un anno ormai, infatti, il campione è lontano dai campi di golf ma sente bruciare sempre più forte quello spirito competitivo che lo ha spinto a scegliere, a soli 13 anni, il mondo del golf agonistico. Nonostante la sofferenza che deriva da questa stagnazione forzata, Chapman è oggi consapevole del maggior rischio che la sua categoria corre a causa del Covid-19: il rischio di morte a causa del virus tra gli over 60 è, infatti, molto più alto che per i colleghi più giovani.

Tuttavia, il vaccino ha rappresentato il primo barlume di luce in questo lunghissimo tunnel e Chapman non perde la speranza. Dopo le sue 618 presenze in svariati tour europei è pronto a tornare in campo a Maggio 2021, quando avrà già ricevuto entrambe le dosi del vaccino previste. Perché lo spirito competitivo del campione non si spegne mai, neanche durante una pandemia.

Altre storie
bruno neri
Bruno Neri, calciatore contro