Lorenzo Musetti

Lorenzo Musetti, il bello

All’ombra del Re d’Italia Matteo Berrettini c’è molto fermento e ben tre tennisti si stanno facendo notare per le loro qualità, principalmente tennistiche, ma non solo. Jannik Sinner ormai non ha bisogno di presentazioni, Lorenzo Sonego ha da poco infiammato il Foro Italico raggiungendo le semifinali a Roma; al loro fianco sta emergendo sontuosamente un giocatore che si distingue per la bellezza ed armonia del suo gioco: Lorenzo Musetti.

Nato a Carrara 19 anni fa, è senza dubbio il più “bel” tennista che abbia, recentemente, vestito i colori azzurri. Non si vogliono scomodare le gemme del passato, altri tempi, altri materiali, altri attrezzi, altri metodi di allenamento. Ma il talento supera il tempo, supera i materiali, supera le superfici, e Lorenzo è talento puro. È bello in quanto giovane atleta che modula la lunghezza dei capelli a seconda delle stagioni, quasi come un Sansone moderno, ricercando anche in quel dettaglio un briciolo di forza in più. È bello perché quando gioca fa brillare gli occhi per lo stile, la fluidità dei suoi colpi, la genialità del suo gioco.

In un ipotetico confronto di stili possiamo certamente dire quello che non è Musetti. Non è un metronomo, non ti “uccide” sportivamente per mezzo dello stillicidio, non ti sfianca fisicamente, non ti demolisce mentalmente. È, al contrario, un carattere vivace, che si vuole far sentire, che ti stupisce per le variazioni, per i colpi imprevedibili, per i vincenti strabilianti. Non si fa intimorire dai grandi nomi, anzi è proprio con loro che si esalta maggiormente.

Lorenzo Musetti

Ad oggi fa già parte, di diritto, della top 100 e può vantare alcuni risultati di prestigio. Nel settembre 2020 agli Internazionali d’Italia ha infranto un piccolo record del torneo diventando il più giovane italiano di sempre a conquistare gli ottavi di finale. Per farlo ha sconfitto Stan Wawrinka, campione del Roland Garros 2015, e Key Nishikori, finalista agli US Open 2014. Due campioni in fase discendente ma due “pesci grossi” in grado di intimorire chiunque. Lorenzo in quelle partite si è esaltato dispensando colpi vincenti meravigliosi e conquistando il cuore degli appassionati. Finisce poi la sua corsa al turno successivo anche a causa di un affaticamento muscolare dovuto probabilmente all’alto numero di partite che è stato costretto a giocare, in quanto giocatore proveniente dalle qualificazioni.

Il grande risultato, almeno fino a questo momento della sua carriera, lo ottiene nell’ATP 500 di Acapulco dove, venendo sempre dalle qualificazioni, ottiene la sua prima vittoria contro uno dei primi 10 giocatori del mondo, l’argentino Diego Schwartzman e prosegue, sconfiggendo anche Grigor Dimitrov, fino alle semifinali dove andrà a sbattere contro il muro del greco Stefanos Tsitsipas.

In un ipotetico confronto di stili possiamo certamente dire quello che non è Musetti. Non è un metronomo, non ti “uccide” sportivamente per mezzo dello stillicidio, non ti sfianca fisicamente, non ti demolisce mentalmente.

Lorenzo esalta il pubblico messicano con giocate superbe, con variazioni incredibili e con colpi potenti e precisi. C’è tutto il manuale del tennis di pregio, rovescio ad una mano, tocco sopraffino, gioco di attacco ma anche cambio di ritmo per confondere l’avversario. Manca ancora un po’ di continuità e la difficoltà di dover spesso giocare le qualificazioni non lo aiuta certo ad essere lucido nei momenti importanti contro giocatori di livello nelle fasi finali dei tornei.

Musetti è ancora alla ricerca del primo titolo ATP ma è già molto rispettato nel circuito grazie al suo immenso talento, universalmente riconosciuto, ma anche per il suo carattere che non lo fa stare zitto davanti a nessuno, come ci racconta il recente episodio con Daniel Evans durante un confronto vinto al terzo set dopo aver annullato match point. A detta di Musetti il britannico ha cercato di innervosirlo con giochetti di esperienza e Lorenzo ha risposto da par suo, vincendo la partita ma anche spaccando la racchetta subito dopo la vittoria.

Indipendentemente dai risultati Musetti è già un giocatore per cui vale la pena pagare il famoso prezzo del biglietto. È certamente un ragazzo giovane che, come gran parte dei tennisti, fatica ad ammettere le sconfitte e quando queste arrivano c’è spesso una causa superiore che l’ha determinata, sia questa la sorte, il vento o l’affaticamento muscolare. Ma è anche molto ambizioso e pensa, fortunatamente per noi, di poter vincere contro tutti, pensiero molto aderente alla realtà.

Sui social media è poco presente, Instagram contiene praticamente solo foto con in mano la racchetta mentre su Facebook si possono apprezzare delle bellissime immagini di Lorenzo da giovanissimo (3-4 anni fa) sempre con lo sfondo dei campi da tennis. La sua vita privata è ancora un mistero, sono note unicamente le sue passioni per la cucina e la musica, quest’ultima molto variegata ma preferenzialmente Rock. Musetti tra le giovani promesse italiane è quanto più si avvicina all’idea del bello, all’arte, alla poesia del tennis. Non è ancora narrativa epica, ma è ritmo, equilibrio, genio e bellezza. È quel giocatore di cui vorremmo poter imitare i colpi o copiare le soluzioni. Il Davide dell’immaginazione vincente contro il Golia della possanza. Lorenzo Musetti è un grande sogno, IL grande sogno del tennis italiano.

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