Mount Hale
Il campo di Mount Hale

99 anni di dolore: gli Alderney Nomads e la coppa Muratti

99 anni di dolore è il titolo di un docufilm della durata di 15 minuti realizzato da Henry Hill e Lous Allen. Il cortometraggio narra la storia della comunità di Alderney attraverso le gesta della propria rappresentativa impegnata nella Muratti Vase Cup, la centenaria coppa che vede ogni anno competere le dipendenze della corona britannica Jersey e Guernsey e l’isola di Alderney. 

Alderney è la più settentrionale delle Channels Islands, le isole del Canale della Manica strette tra Bretagna, Normandia e Regno Unito. La piccola isola (5 km di lunghezza per 3 km di larghezza) fa parte del Baliato di Guernsey ed è la più la più lontana dal Regno Unito. Meno di 2 mila persone vivono su quest’isola dove esiste una sola scuola per gli alunni dai 4 ai 16 anni, sita nel piccolo borgo-capitale di St Anne. Dopodiché bisogna salpare per Guernsey o la Gran Bretagna in cerca di un futuro. La gente di qui vive per lo più di lavori di pubblica utilità, al porto oppure nel settore delle costruzioni. Il clima e le distanze regolano i rapporti con le altre comunità isolane, e da ottobre a maggio l’aereo rappresenta l’unica connessione possibile e ciò influisce sull’economia delle famiglie locali.

l’isola di Alderney
L’isola di Alderney

Quando penso ad Alderney, penso al Mito di Sisifo secondo Albert Camus. Sisifo è colui che per amor di vita ha sfidato gli dèi e l’ordine delle cose, e per questo viene condannato all’eterna sofferenza nell’Ade. Qui, viene obbligato a spingere senza soluzione di continuità un enorme masso fin sopra la cima di una montagna. Ogni volta che Sisifo sembra riuscire nel suo intento, il masso finisce per rotolare di nuovo giù a fondo valle.  Camus fa di questa condanna una cura del dettaglio e un messaggio di speranza:

Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo.

Il 24 aprile 1920 Alderney batteva nel derby Guernsey 1-0, aggiudicandosi la prima e unica Muratti Vase della sua storia. Da quel momento a oggi sono arrivate 99 sconfitte e il resto lo ha fatto la pandemia che ha impedito il regolare sviluppo della manifestazione. 

Il calcio ad Alderney è il tutto oltre tutto. 

Il football è arrivato sull’isola durante l’epoca vittoriana, praticato dalle truppe britanniche di stanza nel territorio. Nei primi anni del Novecento il calcio isolano si sviluppò e visse la migliore delle sue epoche con la nascita dell’Alderney Challenge Cup – il campionato isolano composto dalle locali squadre Northern Belles, i Colts e i Tics, oltre ai team rappresentativi delle guarnigioni militari (Manchester Regiment e DCLI “D” Company) –  e la creazione della selezione Alderney per la Muratti Cup

Il campionato isolano resistette sino agli anni Ottanta quando perfino il derby locale tra i Tics e Colts faticava a realizzarsi a causa della mancanza di giocatori nell’isola. I giovani migravano verso Guernsey e il Regno Unito per tornare raramente a casa. Se in principio il problema venne risolto con la creazione di un torneo futsal volto a far sopravvivere il calcio sull’isola e alimentare la selezione nazionale impegnata nella Muratti, dal 1991 tutte le squadre si sono fuse in una sola rappresentativa isolana iscritta nel sistema calcistico della Guernsey Football League. Partendo dalla Railway League, la terza lega del locale campionato di Guernsey, i neonati Aurigny Nomads /Alderney FC hanno subito conquistato la promozione in seconda lega per poi conquistare l’accesso in prima divisione nel 2012, dopo anni segnati dalla mancanza di fondi e dal rischio ricorrente di non poter più svolgere l’attività calcistica. 

Per soddisfare il proprio fabbisogno economico, la squadra ha cambiato regolarmente il nome a privilegio dello sponsor di turno; ciò che però è rimasto è il nome di battaglia, quel Nomads che ben spiega il girovagare per il mondo da parte dei giovani di Alderney, partiti per lavoro, studio e vita ma sempre di ritorno a casa, a sostegno della propria comunità. 

Alderney Nomads

In tutta l’isola esiste un solo campo da calcio, quello di Mount Hale posto tra le scogliere e un vicino campo golf; non esistono strutture indoor e da queste parti l’inverno è freddo e ventoso. Il calcio di Alderney è attività socio-aggregativa e collante sociale, un’espressione di appartenenza comunitaria e intima memoria per le famiglie isolane che dal 1905 aspettano di conoscere la vita e il volto degli altri; le altre isole così diverse, vicine ora, distanti e a tratti inaccessibili quando per muoversi bisognava sfidare un mare ostile. La Muratti Vase è stata a lungo il solo momento d’incontro tra le comunità isolane di Jersey, Guernsey e Alderney e per questo è ancora oggi un torneo sentitissimo, per il quale tutti si fermano per stringersi attorno alle rappresentative maschili e femminili senior e under 18. 

Mount Hale
Il campo di Mount Hale

Il torneo prende avvio dalla semifinale che vede la perdente della finale dell’anno precedente andare a giocare una gara secca in casa della terza isola. Avendo sinora perso tutte le partite successive al 1920, Alderney ospita la semifinale, da qui parte la rincorsa al vaso ed è qui che si spera si possa trasformare il dolore in speranza. Novantanove anni di dolore tramandati da un’intera comunità, da famiglia a famiglia, da padre a figlio e nipote che hanno vestito i colori bianco blu con l’orgoglio di rappresentare il proprio mondo, la propria storia, la propria isola. Per tutti loro la Muratti Vase è la finestra sul mondo, ciò che spinge ad affermare con coesione, l’essere altra cosa rispetto alla ricca Jersey e alla centrale Guernsey. È quell’azzardo annuale con cui una comunità intera si gioca tutta la sua storia in una sola partita contro una delle due blasonate cugine. 

Guardando il documentario sono rimasto colpito dalle testimonianze e dai dettagli dei protagonisti di questa epopea comunitaria. Tra tutti, il pianto di Billy Bowen che, nel ricordare il suo passato e i suoi gol, diceva che:

Sappiamo che ogni anno stampano (Guernsey e Jersey) il volantino della finale con i loro nomi, ma tutti noi abbiamo avuto il sogno di far loro correggere quella dannata scritta con il nostro nome.

Oppure, le lacrime di gioia della signora Bowen nel ricordare il momento esatto in cui ha gettato al vento la tazza di tè fumante per festeggiare il gol del suo amato. Storie intime di un pomeriggio passato tutti insieme – chi giunto con il vecchio trenino, chi a piedi, chi con ogni mezzo – al campo verde tra il colle e le baie. Tutti intorno a un prato verde senza veri spalti, pronti a versare il proprio contributo economico per coprire i costi necessari al volo a/r di 15 minuti che porta i Nomads sull’isola di Guernsey per 16 volte a stagione e far sì che i giovanotti isolani possano ancora rappresentare la propria casa nel campionato Priaulx. 

Alderney Nomads

Tutti a sperare di poter prendere il prossimo aliscafo, uno dei primi della bella stagione, per andare a St. Helier o St. Peter Port a giocarsi la porta, pregando – birra e tè alla mano – che questa sia la volta buona, l’ora della gioia e della riscossa di un popolo consapevole di essere unico a prescindere. Una grande responsabilità per i Nomads, un gruppo che è famiglia, club e nazionale in una sola cosa; vecchi e giovani che tornano da ogni parte del Regno Unto per restituire alla propria comunità il bene ricevuto, foss’anche per una sola partita. Dopo due anni di vuoto, il prossimo 23 aprile la Muratti torna di scena all’Arsenal Ground di Mount Hale con il derby tra Alderney e Guernsey. Come Sisifo, i Nomads non accettano un destino che sembra compiuto e rilanciano quell’all-in comunitario che è ormai un’abitudine e soprattutto un atto di amore.

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