Tifosi del Syrianska - Foto: Groundhopping Merseburg

Assyrinska vs Syrianska, il derby svedese fra Assiri e Siriaci

Södertälje, una piccola città svedese di 70.000 abitanti, ospita l’Assyrinska e il Syrianska FC, due club che rappresentano la nazionale assira e siriaca in esilio, dando vita ad uno dei derby più assurdi e sentiti al mondo.

Assyrinska, la nazionale assira in esilio

Fra gli anni Sessanta e Settanta sempre più migranti assiri decidono di sfuggire a violenze e difficoltà abbandonando la propria storica terra per rifugiarsi in Svezia, nello specifico a Södertälje, cittadina che dista appena un 35 km da Stoccolma. Qui la comunità si rafforza e cresce sempre di più, tanto che a partire dagli anni Novanta Assiri e Siriaci rappresentano addirittura il 39% della popolazione locale. Già negli anni Settanta, però, i membri più in vista di tale gruppo comprendono l’importanza dello sport nel cementificare le comunità, proprio per questo a partire dal 1971 viene fondata la polisportiva Assyrinska. 

Assyriska
Tifosi dell’Assyriska – Foto: Groundhopping Merseburg
Assyriska
Coreografia dei tifosi dell’Assyriska dedicata al dio assiro Ashshur – Foto: Groundhopping Merseburg

Anche se nata con l’ambizione di diventare una squadra importante del panorama svedese, l’Assyrinska nella sua lunga storia è riuscito solo nel 2005 a giocare il massimo campionato nazionale, accontentandosi il più delle volte di disputare l’equivalente della nostra serie B e serie C. Ciò che contraddistingue questo club da tutti gli altri è però la sua valenza simbolica, divenuta sempre più importante a partire dai primi anni 2000 e dall’avvento di internet. I nuovi mezzi di comunicazione hanno permesso a tutta la comunità assira nel mondo di conoscere l’esistenza di tale realtà, portandola ad avere un clamore mediatico altrimenti insensato per una realtà tanto piccola e scarna di palmares. Nel 2006 il regista Nuri Kino gli ha dedicato il documentario Assyriska: A National Team Without A Nation, premiato anche ad alcuni festival internazionali, e nel 2011 hanno lanciato anche su YouTube la propria canzone: Team of my Dream. In generale, l’Assyrinska è diventato un elemento estremamente forte ed evidente della realtà assira nel mondo, tanto da essere considerato alla pari del Club Deportivo Palestino, una sorta di nazionale in esilio, al punto che tutti gli Assiri che giungono Svezia, se riescono, vanno ad omaggiare il club sino a Södertälje.

Syrianska, la nazionale siriaca

Come detto precedentemente, le grandi migrazioni dal Medio Oriente verso la Svezia iniziano negli anni Sessanta e all’inizio i cristiani provenienti da quell’area vengono tutti definiti dalle autorità locali come Assyrier ovvero assiri, cosa che però fa innervosire una popolazione affine ma diversa: i Siriaci. Quest’ultimi sono molto simili agli Assiri, ma essendo, come i loro parenti, un gruppo etno-religioso, non solo hanno una lingua un diversa, ma fanno parte di diverse confessioni cristiane (potenzialmente possono anche esserci musulmani o ebrei siriaci ma quest’ultimi tendono a non identificarsi con il termine “siriaco”); inoltre, gli assiri tendono a far risalire le proprie origini agli antichi Assiri, mentre i siriaci agli Aramei. 

Tifosi del Syrianska – Foto: Groundhopping Merseburg

Per evidenziare questa loro differenza, nel 1977 i Siriaci diedero vita al Suryoyo SK, che nel 1986 divenne il Syrianska SK, ottenendo l’attuale denominazione, Syrianska Fc, nel 2002. Se l’Assyrinska de facto non ha mai toccato i vertici del calcio svedese, la stessa cosa non si può dire dello Syrianska, che dal 2011 al 2013 riuscì a confermarsi come realtà della massima serie locale, grazie anche all’impressionante lavoro di Özcan Melkemichel, uno degli uomini più rappresentativi del club, prima come bandiera e poi come allenatore. Come i loro rivali, anche lo Syrianska nel corso degli anni è diventato una sorta di nazionale in esilio, attirando a sé il sostegno e l’amore di tutti i Siriaci del mondo, che, come i loro cugini, si muovono sino a Södertälje solo per omaggiarla. 

Oggi si gioca il derby. Data quanto mai sentita perché buona parte dei tifosi fa parte della Chiesa ortodossa, che quest’anno celebra la sua Pasqua proprio il 24 aprile; inoltre, come gli armeni, anche assiri e siriaci celebrano il proprio genocidio il 24 aprile, elementi che rendono questo derby qualcosa di unico ed indimenticabile anche per i non amanti del pallone. Buon derby e buona Pasqua a chi festeggia. 

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