bud spencer nuoto

3 cose che forse non conosci del Bud Spencer sportivo

Prima di Bud Spencer, c’era Carlo Pedersoli, napoletano verace, rapsodico giramondo e uno dei più grandi nuotatori italiani. Fisico scultoreo, Pedersoli è un giovane di bell’aspetto, pronto a conquistare il mondo, non come attore, ma come sportivo.

Il record nel nuoto

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La passione per il nuoto nasce quando il giovane Carlo ha poco pià di 4 anni, quando da buon napoletano viene lanciato tra le onde marine di Seiano, nei pressi di Sorrento. A 7 anni esegue le prime, naturali, bracciate. A 8 anni esordisce in gara, vincendo. Il lavoro del padre lo porta fuori da Napoli: prima Roma e poi a Recife, in Brasile. Torna in Italia alla fine degli anni Quaranta, complice il tesseramento della della S.S. Lazio Nuoto; nel 1949 diventa campione italiano di stile libero sui 100 metri, e un anno dopo è il primo italiano a coprire la stessa distanza sotto il minuto. Nel 1951 ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto vince due medaglie d’argento: secondo posto sia nei 100m, sia con la 3 × 100m mista. Partecipa anche ai Giochi Olimpici di Helsinki e di Melbourne, un cui nei 100 m stile libero giunge fino alla semifinale. Dopo i Giochi olimpici, insieme ad altri promettenti atleti, viene invitato alla Yale University, dove ottiene il suo record personale nei 100m stile libero. Dopo le Olimpiadi di Melbourne Pedersoli decide di tornare in Sudamerica per “ritrovare me stesso, nei limiti e nelle potenzialità“. Lì entra nella squadra venezuelana di nuoto partecipando a numerose gare nazionali e internazionali. Non è un interprete tecnico, i suoi ingressi in acqua sono spesso sporchi, lui stesso li definisce “panciate“, ma sui 100 metri il ritmo è vertiginoso, ferino. Non è un atleta irreprensibile, non sono un segreto le sigarette fumate, le enormi quantità di cibo ingurgitate e la sua passione per il gentil sesso. Celebre l’aneddoto della sua esperieza a Yale:

Ero in stanza con un campione giapponese, mi accesi una sigaretta e gli chiesi dov’erano le donne. Mi rispose che era vergine e io: ‘Che campi a fare?’ Andò a denunciarmi al preside. 

La pallanuoto

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Credo di aver praticato tutti gli sport. Il nuoto e la pallanuoto sono tra quelli che ho amato di più.

Non solo nuoto, alle braccia aggiunge anche un pallone. Nella sua carriera sportiva si contano anche vittorie e medaglie nella pallanuoto. Ricopre il ruolo di centroboa, il suo fisico erculeo lo rende immarcabile. Nel 1955 viene convocato ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona e in quell’occasione vince con la nazionale la medaglia d’oro. Nello stesso anno conquista con la Lazio il campionato nazionale indoor. È proprio in questi anni, grazie ai successi ottenuti in piscina che il suo nome inizia a girare negli studi cinematografici. Il suo esordio avviene nel 1950 nel film di Camillo Mastrocinque Quel fantasma di mio marito in cui salva la vita ad un bagnante; poi fa la comparsa nell’immortale peplum Quo vadis. Da lì in poi un susseguirsi di piccole parti, la più nota delle quali è quella nel film di Mario Monicelli Un eroe dei nostri tempi, dove recita accanto ad Alberto Sordi.

Il rugby e la boxe

bud spencer pugilato boxe

Occasionalmente da giovane pratica anche il rugby. Le cronache dell’epoca riferiscono di un sedicenne Pedersoli schierato, l’8 dicembre 1945, in un’amichevole contro l’Amatori Lazio nelle file della squadra del collegio San Gabriele ai Parioli e, nonostante la sconfitta, giudicato tra i migliori in campo. Pratica anche la lotta greco-romana, ma è soprattutto nel pugilato che aggiunge ulteriore gloria alla sua carriera da sportivo. Sul ring si batte come peso massimo e vince tutti gli incontri disputati. Decide di appendere i guantoni al chiodo per un semplice motivo, rivelato a distanza di anni in varie interviste: “Li stendevo tutti, mi dispiaceva per loro“.

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