Catch Fétiche voodoo wrestling
Foto: Colin Delfosse

Catch Fétiche, la lotta voodoo

Camminando nel distretto di Matete a Kinshasa è difficile non essere seguiti dai shégués, i bambini di strada. Ti inseguono, i più violenti ti spingono, ti derubano e in alcuni casi potrebbero farti anche di peggio. Eppure è lì che devi andare se vuoi assistere ai combattimenti di Catch Fétiche, noto ai più come voodoo wrestling

I rumori e il caos di Kinshasa trovano in questi combattimenti un nuovo significato; tradizione, rivincita, spiritualità e umorismo trovano nella lotta voodoo una terrificante e curiosa sintesi. Quando assisti ad un combattimento del genere non sai mai cosa aspettarti. Gli animali sono armi al pari di martelli, pezzi di cemento e rituali ancestrali. Galli che vengono bruciati vivi, lottatori che si fanno sbudellare sul ring per poi ritornare a combattere il giorno dopo, incantesimi e rituali; il milieu luciferino che fermenta la vita notturna di Kinshasa esprime nel Catch Fétiche tutto il suo dolore e la sua speranza. Non è solo una sfida di lottatori, ma è una battaglia tra stregoni. 

Catch Fétiche voodoo wrestling
Il wrestler Guerrier Masseke | Foto: Colin Delfosse

È difficile dire quando il voodoo wrestling sia nato in Congo. La lotta era uno sport presente nella cultura congolese già durante il dominio belga. Come afferma Katrien Pype, professoressa di antropologia culturale africana all’Università di Birmingham e alla KU Leuven University in Belgio: “Sin dai primi giorni dell’urbanizzazione, ci sono state lotte pubbliche a Kinshasa“. Negli anni Cinquanta, quando questa vasta area dell’Africa centrale era ancora una colonia belga, emerse uno stile di combattimento chiamato Mukumbusu. Ispirato ai movimenti dei gorilla e incorporando stili di combattimento sia stranieri che africani, il Mukumbusu era, per citare ancora la dottoressa Pype, “una reazione alle altre arti marziali introdotte dai colonialisti“. Ma è con lo spietato dittatore Mobutu Sese Seko, il quale ispirò un ritorno alle tradizioni tribali e animistiche, che la lotta woodoo prese forza e vitalità al punto da diventare uno degli sport, se non lo sport ufficiale del Paese. E ancora oggi, a quasi trent’anni dalla morte di Mobutu, il Catch Fétiche è secondo solo al calcio in popolarità. I lottatori sono celebrati quanto e più dei giocatori di calcio, e ogni quartiere ha la sua superstar locale. I più grandi lottatori non possono nemmeno uscire per le strade di Kinshasa senza essere assaliti da folle di fan. Super Angaluma, uno dei lottatori più famosi, ama vantarsi dicendo che il suo nome è il suo indirizzo. Questo perché basta andare nel suo quartiere e chiedere di lui: qualcuno ti porterà a casa sua

Catch Fétiche voodoo wrestling
Foto: Colin Delfosse
Catch Fétiche voodoo wrestling
Foto: Colin Delfosse
Catch Fétiche voodoo wrestling
Foto: Colin Delfosse

Tutti questi lottatori/star hanno avuto in Edingwe Moto il loro padre spirituale. Edingwe è considerato il padrino di questo sport e il primo lottatore ad aver raggiunto una fama nazionale. La “politica di autenticità“, come la chiama Pype, di Mobutu ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo del Catch Fétiche.

Durante il periodo di Mobutu, il wrestling è stato promosso come sport nazionale. C’è stato un grande sostegno finanziario ed enormi eventi e tornei sponsorizzati e organizzati dallo Stato.

Per la prima volta, il wrestling congolese è stato trasmesso in televisione in tutto il Paese. Questo ha aiutato Edingwe a diventare la più grande icona di questo sport, ugualmente temuta e venerata. 

Nel voodoo wrestling non tutti combattono: molti si affidano ai loro poteri spirituali, altri ancora sul ring usano solo le loro doti tecniche, ma prima di ogni incontro si dedicano a dei rituali voodoo come sorta di protezione. Come ha scritto Caroline Six: “Il successo di un lottatore in Congo spesso non si basa sulla forza, la tecnica o lo stile, ma sulla sua capacità di far credere alla gente nei suoi poteri di stregoneria“. Oggi, nonostante la riduzione dei finanziamenti governativi e la crescita della chiesa pentecostale, che ha cambiato in negativo la percezione del Catch Fétiche in migliaia di congolesi, questa lotta rimane una parte importante della vita quotidiana dei Kinois, i residenti di Kinshasa, specialmente per i giovani che vivono nei quartieri della classe operaia. Per loro, i lottatori rappresentano la possibilità di superare la propria condizione di povertà. Ma oggi la più grande tendenza del Catch Fétiche è la diversità dei combattenti. Un numero crescente di giovani donne si è rivolto a questo sport per emanciparsi. In un Paese costantemente divorato dalla guerra, dove innumerevoli donne possono raccontare storie orribili di stupri e violenze, questo non è un risultato da poco. Per le bambine le combattenti sono modelli: donne che non solo battono gli uomini nel loro stesso gioco, ma facendolo si guadagnano anche da vivere. 

Catch Fétiche voodoo wrestling
Foto: Colin Delfosse

Ad occhi estranei il Catch Fétiche può scioccare, o per lo meno, confondere. Guardare un gigante che tiene per il collo un uomo più piccolo mentre lancia un incantesimo voodoo, o vedere un lottatore sconfitto che in ginocchio sul ring tossisce sputando sangue, cambia la prospettiva del wrestling a cui siamo abituati. Ma più di tutto ci pone il dubbio: è tutta una messinscena o c’è qualcosa a noi sconosciuto, di ancestrale che travalica il nostro sapere? È vero tutto questo? Ma combattimento dopo combattimento, rituale dopo rituale, avvicinandoti al ring finché le guardie te lo permettono, capisci che queste dicotomie, falso o vero, reale o irreale, non hanno molto senso. Le urla della folla, la polvere, il buio della notte amplificano la spettacolarità dell’evento, e alla fine speri che sì, tutto questo non sia solo un sogno.

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