Richard Pollard
Pollard mentre tiene una conferenza nel 1985

VHS inviati nel Pacifico: come è iniziato il boom dei dati nel calcio

Era un’altra splendida giornata alle Fiji quando Richard Pollard si trovava all’University of South Pacific nel marzo del 1986. Controllando la sua posta mentre andava in ufficio, trovò una busta imbottita tra la solita corrispondenza. Aveva il timbro postale di Watford, Inghilterra. Dentro c’era una videocassetta e una lettera. Il nastro conteneva registrazioni delle partite del Watford contro il Chelsea, e la lettera era del manager del Watford, Graham Taylor, che gentilmente chiedeva che la cassetta gli venisse restituita “insieme a un’analisi a tempo debito“. Pollard realizzò l’analisi a mano e restituì il VHS 12 mesi dopo. A metà degli anni Ottanta, Pollard era già affascinato dai dati sul calcio da oltre due decenni. Come altri analisti alle prime armi, aveva letto i primi lavori pubblicati di Charles Reep, considerato da molti come il padrino dell’analisi del calcio moderno.

Richard Pollard
Pollard mentre tiene una conferenza nel 1985

Reep nel 1951 fu il primo ad applicare gli studi analitici al calcio. Nell’arco di un decennio aveva accumulato decine e decine di analisi, avendo sviluppato una tecnica innovativa che gli permetteva di collocare i dati per ogni squadra in tempo reale. Tuttavia, il suo più grande limite era rappresentato dalla scarsa evoluzione tecnologica dell’epoca che gli imponeva di fare a mano tutto il lavoro, cosa che gli richiedeva innumerevoli ore di lavoro. Il suo successore e grande ammiratore Richard Pollard, invece, sarebbe riuscito ben presto a superare questo ostacolo.

Pollard fu in grado di intuire la portata rivoluzionaria di un’innovazione che stava avvenendo proprio in quegli anni: la nascita del primo computer. Per prima cosa, lo studioso prese un diploma in Applied computer science, resosi conto che la tipologia di analisi messa in atto da Reep poteva essere resa più rapida ed efficiente proprio con un computer. Tra il 1964 e l 1972, questo prototipo di computer, noto come Atlas 1, era collocato nella Gordon Square di Bloomsbury ad uso dell’Università di Londra. Chiunque avesse voluto usufruirne avrebbe dovuto portare una serie di carte in reception per poi tornare 24 ore dopo a ritirare i risultati stampati. Pollard fece analizzare dal computer i dati di un centinaio di partite che Reep gli aveva trasmesso; la performance di ogni squadra per ogni partita veniva valutata con ben 68 criteri di misurazione diversi per un totale di 13.600 valori totali. Un lavoro perfetto per il moderno computer.

Quando è iniziata la rivoluzione informatica, per non rimanere indietro, mi sono laureato in informatica applicata. Mi sono presto reso conto che i dati di Reep si prestavano al tipo di analisi multivariata che poteva essere eseguita solo su un computer.

Richard Pollard

Il primo obiettivo era quello di stabilire la distribuzione dei valori per ognuna delle 68 variabili e, in seguito, si sarebbe tentato di stabilire come questi influivano sulla vittoria o sulla sconfitta. Inizialmente i risultati furono insoddisfacenti e, per questo, Reep continuò ad accumulare dati per cercare di rendere i criteri di analisi sempre più precisi. Nel 1975, Pollard, tornato in Inghilterra dopo aver trascorso un periodo in Brasile come professore universitario, conobbe Graham Taylor. Dato che l’allenatore inglese era intenzionato ad applicare uno stile offensivo a tutto campo, lo stesso apprezzato da Reep, decise di mettere i due in contatto. Questo portò Pollard ad analizzare le partite del campionato 1980-1981 del Watford.

Graham Taylor
Graham Taylor

A questo punto i due studiosi cominciarono ad analizzare una serie di dati e variabili che sarebbero diventati fondamentali per la moderna evoluzione della disciplina del match analysis: una serie di parametri, oltre a semplici tiri, angoli e fuorigioco, come il numero di volte in cui una squadra riusciva a passare la palla nella trequarti offensiva e il “possesso ritrovato”, quante volte una squadra riconquistava la palla in attacco.

Così eccoci al marzo del 1986 quando Graham Taylor inviò a Pollard, all’epoca nelle Fiji (dove nel tempo libero scriveva di statistiche sportive sul quotidiano Fiji Sun), un VHS che conteneva le registrazioni di due partite del Watford. All’epoca, la copertura TV nelle Fiji era praticamente inesistente, per cui, Pollard si faceva inviare le registrazioni delle partite dal padre in Inghilterra per poi rivederle più e più volte nel suo “laboratorio”. La possibilità di registrare le partite e di rivederle più volte avrebbe permesso di lì in poi agli analisti di potersi meglio concentrare su alcuni dati da analizzare per fornire informazioni più dettagliate e precise in merito al match in questione. Le sue analisi sono poi state riportate in numerosi studi di settore.

Dicevo all’editore che i suoi lettori erano meglio informati sul calcio che in qualsiasi altra parte del mondo!

Richard Pollard

Annotava accuratamente la posizione di ogni tentativo di tiro, come raccontato in una lettera che inviò a Taylor nel gennaio del 1986. Analisi che in seguito ampliò in un documento intitolato Analisi delle prestazioni del calcio e la sua applicazione sui tiri in porta. Fu il seme da cui è fiorita la metrica degli Expected goals. La tesi di Pollard utilizzava i dati di diverse divisioni del calcio inglese tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, la Coppa del Mondo del 1982, la North American Soccer League e, naturalmente, la Fiji National League. In totale vennero inclusi nello studio circa 20.000 tiri, rivelando risultati simili in tutti i campionati dei decenni analizzati.

Le statistiche mostravano che i tiri dall’interno dell’area di rigore avevano una percentuale di gol del 15% rispetto ai tiri tentati, cifra che calava fino al 3% per i tiri fuori area. Queste cifre se sembrano la normalità oggi, 40 anni fa erano pioneristiche. Il lavoro di Pollard continuò inesorabile anche se la sua collaborazione con Taylor si è esaurì.

Il tempismo fu pessimo. Ci fu un colpo di stato militare alle Fiji, quindi non ho rinnovato il mio contratto all’università e mi sono diretto negli Stati Uniti senza lavoro, mentre nello stesso tempo [Taylor] stava lasciando il Watford per l’Aston Villa.

Richard Pollard
Pollard (a sinistra) in una foto del suo viaggio in Bhutan

Pollard si stabilì in California e continuò a ideare un metodo di valutazione delle nazionali, che venne rifiutato dalla Fifa, anche se sembrava dare risultati più accurati. Si recò come consulente in Malawi e in Cina, e aiutà il Bhutan a salire di 40 posizioni nella graduatoria Fifa. Oggi gli Expected goals sono, almeno agli occhi di alcune persone, diventati la metrica di riferimento per valutare il successo a lungo termine di una squadra, rivoluzionando il metodo di valutazione delle performance di una squadra, e offrendo un nuovo modo di intendere il calcio. Una rivoluzione di cui Pollard è sicuramente uno degli artefici.

Fonte: Rob Haywood – BBC Sport

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