europei femminili 2022

Gli Europei femminili potrebbero aver salvato il calcio

Quando lo scorso anno Florentino Perez presentò la Super League, tra le varie motivazioni menzionò anche l’esercito crescente di giovani disinteressati al calcio. Il 75enne madrileño dichiarò al programma televisivo spagnolo El Chiringuito che il 40% dei tifosi di età compresa tra i 16 e i 24 anni non è interessato al calcio.

Perché? Perché ci sono molte partita di bassa qualità e hanno altre piattaforme di intrattenimento. È una realtà. Dicono che le partite siano troppo lunghe. Dobbiamo cambiare qualcosa se vogliamo che il calcio rimanga vivo. A volte non capiamo i nostri figli o nipoti.

Il progetto della Super League è stato accantonato (per ora), ma l’idea che il calcio debba muoversi per reclutare un pubblico più giovane è ancora in cima all’agenda del gotha dello sport. Al Business of Football Summit del Financial Times di febbraio, il direttore sport di Eurosport, Andrew Georgiou, ha dichiarato: “La nostra ricerca mostra che il 42% delle persone tra i 13 e i 23 anni afferma di non essere affatto interessato allo sport“. Un sondaggio di ComRes del 2017 ha rivelato che il 62% dei giovani tra i 18 e i 24 anni si appassiona al calcio tramite i giochi da PC e console, e quasi tre quarti di loro ricevono aggiornamenti della loro squadra del cuore dai social media. Nel frattempo, i dati Nielsen del 2019, provenienti da otto mercati (Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Stati Uniti e Regno Unito), hanno mostrato che questi giovani preferiscono i contenuti “snackable”, cioè più brevi e facili da fruire. La soluzione a questo nuovo modo di vivere il calcio non è di certo abbreviare le partite o stravolgere le regole del gioco, presumendo che la soglia di attenzione dei giovani si sia ridotta, ma è molto più semplice. Lo ha dimostrato il Campionato europeo appena concluso, dove dei 574.875 biglietti 100mila erano per i bambini. Il motivo? I biglietti erano più convenienti. Durante Euro22, passeggiando tra gli spalti animati e chiassosi dei giovani fan si poteva respirare l’eccitazione che questi ragazzini avevano per aver visto per la prima volta una partita di calcio.

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Tifosi in tripudio dopo la vittoria della nazionale inglese a Euro22

I club hanno tirato troppo la corda con abbonamenti che arrivano in alcuni casi anche a 1000 euro; una strategia che se ha funzionato nel breve periodo non può certo portare vantaggi nei prossimi anni, soprattutto considerando l’aumento del costo della vita e l’aggravarsi della crisi economica. Continuare a trattare i fan come clienti, svuotando sempre di più il loro portafoglio non è una soluzione vincente. Essere fan significa vivere una comunità e, sebbene molti guardano le partite a casa o al pub con gli amici, il loro sogno è sempre quello di vedere la propria squadra dal vivo, allo stadio; vivere l’atmosfera che solo sugli spalti si può provare. Se i tifosi volessero guardare solo belle partite, non guarderebbero la stessa squadra settimana dopo settimana, ma seguirebbero solo le partite più importanti. 

Cosa rende i giovani fan dei futuri abbonati? Vivere le partite. Se non possono permettersi di farlo, se non hanno assaporato le emozioni dello stadio, è improbabile che sviluppino un amore e un impegno per tutta la vita per il calcio. Cercando guadagni a breve termine a discapito di una visione più grande per coinvolgere pienamente le nuove generazioni, tutti i club rischiano di minare le fondamenta stesse di questo sport.

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