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Dream Big: il campionato di calcio più piccolo al mondo e la var del popolo

Quando ti trovi su delle piccole isole come queste realizzi che tutto è completamente diverso da Londra e Parigi, perché qui mancano molte cose. Siamo venuti qui a insegnare qualche trucco ai ragazzi e alle ragazze del posto e dire loro che anche su delle piccole isole come queste è possibile realizzare i propri sogni.

Patrick Vieira

I ragazzi seduti in cerchio al centro del campo di St. Mary erano rimasti a bocca aperta. Dal piccolo Skybus atterrato da un luogo non precisato al di là del mare era appena sbarcato l’idolo della Kop, il figlio di Anfield e capitano dei Tre Leoni: Steven Gerrard. Era il 2008, e tra tutti i luoghi in cui il capitano dei reds avrebbe potuto battere una punizione e centrare un salvagente posto all’incrocio dei pali, le Scillies erano di certo il più improbabile. Eppure, il buon Steven era lì, nell’ennesima fine del mondo di cui è pieno il Regno Unito, in mezzo a degli adolescenti in estasi, pronto ad allenarsi assieme a loro su un campo privo di barriere e spalti, e dotato di due spogliatoi rimasti in piedi per miracolo. Poco prima della tipica partitella a ranghi misti, ecco che da dietro la siepe sbuca il capitano della nazionale tedesca Michael Ballack pronto a dare una mano agli avversari del team Gerrard.

Terminata la seduta, il gruppo ha portato i loro beniamini a mangiare il miglior fish n chips del villaggio a due passi dalla Town Hall e poi, tutti a dormire, con la telecamera che saluta Gerrard disteso sul divano della casa di uno dei ragazzi di St. Mary. Gli allenamenti successivi hanno portato in dono le punizioni e i cross dello Spice Boy Beckham, i consigli di Patrick Vieira e le giocate di un giovane Daniele De Rossi a chiudere la settimana più incredibile e surreale vissuta dai giovani isolani. Tutto questo faceva parte del Dream Big football film project, il progetto voluto e realizzato da Adidas alla vigilia degli Europei del 2008, evento di cui Adidas era main sponsor.

Dream Big football film project

Partendo dal celebre slogan Impossible is nothing, il colosso tedesco ha realizzato una serie di cortometraggi aventi come focus l’incontro tra le più grandi stelle del calcio mondiale e le più piccole squadre di calcio e comunità d’Europa. Il progetto prevedeva tre tappe itineranti e l’aggancio di 180 giovani adolescenti, selezionati da Adidas, per far parte di un documentario sportivo; chi veniva selezionato era all’oscuro del fatto che avrebbe condiviso tempo e calcio con i giganti del calcio mondiale. Dopo San Marino e Andorra, la terza scelta ricadde sulle Scillies, le isole Sorlinghe, da qualche tempo passate alla ribalta internazionale per via del campionato di calcio più piccolo al mondo. Quando il meteo è clemente, ci vogliono soltanto 20 minuti di Skybus per connettere il piccolo aeroporto del villaggio di St. Mary con quello di Land’s End, la fine dell’Inghilterra. In assenza di volo, bisogna prendere la via del mare, con le navi che salpano da marzo a novembre e percorrono i 45 chilometri che separano le Scillies dalla quotidianità assaporata via BBC. In inverno, tale distanza sembra impossibile da colmare. Le Scilly Islands sono un arcipelago appartenente alla Cornovaglia abitato da una comunità di circa tre mila persone per lo più concentrata in cinque parrocchie. St. Mary è il villaggio più grande e sede del consiglio elettivo isolano dotato di autonomia decisionale sulle questioni comunitarie e la tutela dell’ambiente. Da queste parti la vita è intermittente: esplode d’estate e si suda tutto il resto dell’anno.

isole scilli

La stagione estiva porta il turismo, il lavoro e migliori collegamenti con il mainland, che servono a traghettare i forestieri in arrivo da ogni angolo del Regno Unito verso dei veri e propri paradisi naturali. Finita la bella stagione, rimangono gli isolani con i loro duri mestieri, i piccoli commerci, i servizi basici e la pesca. Ogni anno, da novembre a marzo, un’intera comunità resta sospesa – in certi momenti sola – in attesa che giunga la vita di là dal mare sotto forma di derrate alimentari, scorte, servizi educativi, formativi e sanitari. Come ogni luogo remoto e non sempre in grado di offrire grandi alternative, la comunità delle Scillies è rimasta coesa grazie ai propri rituali, il rispetto delle tradizioni e l’associazionismo, in particolare quello sportivo. Nelle isole sono presenti tutte le discipline sportive e con esse anche il calcio con la sua storia particolare.

Il calcio nelle Scillies nasce negli anni Venti del Novecento con la coppa delle isole che durò fino agli anni Sessanta. Con il passare degli anni e a seguito dei grandi cambiamenti demografici determinati dall’emigrazione verso i grandi centri urbani dell’Regno Unito, il numero delle partecipanti alla coppa si ridusse sino alle due sole squadre di St. Mary: i Rangers e i Rovers. Non essendoci più la possibilità di giocare all’interno di una competizione strutturata, le due compagini hanno negli anni faticato a mantenere in vita il calcio isolano, spesso perdendo giocatori e dovendo più volte rimodularsi fino a cambiare anche il nome, convertendosi in Garrison Gunners e Woolpack Wanderers. La svolta giunse nel 2004, quando – per una sorta di sfida: dar voce alla comunità locale e fare notizia in tutto il Regno Unito – nacque l’idea della World’s smallest football league.

La ricetta fu da subito perfetta: un campionato di calcio, due coppe nazionali e una Charity Cup contese da due sole squadre che si affrontano ogni domenica alle 10:30 del mattino, in uno degli angoli più remoti del Regno Unito. Cuochi, taxi driver comunitari, impiegati alle poste, in banca o all’aeroporto, meccanici, pescatori e riparatori di barche ben presto divennero famosi in tutto il mondo, tanto da spingere Adidas a venire in queste terre.

Finalmente il mondo parlava delle Scillies ed era tutto merito del football.

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Dal 2004 a oggi i Gunners hanno vinto 10 campionati contro i 6 dei Wanderers, sono in vantaggio nella Scillonian Cup (10 vittorie a 8) e nella Charity Cup d’inizio stagione (11 a 6) mentre invece sono i Wanderers ad avere in bacheca più Galley Cup (10 a 7). Chi pensa a una forte rivalità tra squadre e tifoserie si sbaglia di grosso, poiché alle Scillies non c’è spazio per le bandiere. La stagione inizia con la AGM, l’assemblea generale nella quale il segretario della locale federazione Anthony Gibbons si mette al tavolo con i capitani delle due squadre e, penna alla mano, stila le rose scegliendo i calciatori cercando di garantire equilibrio e competitività.  Come da tradizione, il calciomercato è scritto su un foglio di carta e vede di anno in anno tanti calciatori cambiare la propria casacca e accasarsi dall’altra parte della barricata. Il bacino d’utenza è estremamente limitato e il range dei calciatori convocabili varia dai 16 ai 40 anni. Dal 2020 è attiva anche una youth league nata sulla scia dei programmi di welfare e sviluppo della comunità locale che cercano di invogliare famiglie e giovani a rimanere a vivere sulle isole.

Due invece sono gli arbitri che, oltre alla partita, danno una mano a preparare il campo e accogliere il tifo. Il meteo e l’orario delle partite – disputate ogni domenica alle 10:30 per venire incontro alle esigenze di tutti i calciatori, lavoratori, padri di famiglia – penalizzano in termini di presenza sugli spalti. Quando il campo è impraticabile le partite non vengono disputate e rischiano di non poter essere recuperate. Stessa sorte capita nelle situazioni in cui squalifiche, defezioni e assenze non permettono il regolare svolgimento delle attività. Le Scilly sono formalmente affiliate alla FA inglese ma date le circostanze ambientali e la natura amateur del calcio isolano non hanno modo di evolversi all’interno del movimento calcistico inglese.

Nonostante ciò, la gente dell’isola sogna di veder giocare una propria rappresentativa, la nazionale delle Scillies , impegnata nelle competizioni internazionali tipiche del panorama extra Fifa. Dei passi in questa direzione sono stati fatti grazie alla creazione della Lyonnese Cup, la coppa più piccola (per dimensioni) al mondo che vede i giocatori di Gunners e Wanderers uniti sotto il nome di St Mary’s Xi affrontare la Dinamo da Truro, Cornovaglia, in un match annuale soggetto alla disponibilità delle parti. Ogni anno il movimento calcistico delle Scillies cerca la propria sopravvivenza e sostenibilità economica attraverso iniziative e partnerships utili a generare introiti e visibilità globale.

Nel 2020 le isole sono tornate alla ribalta grazie all’introduzione di una VAR unica al mondo. Grazie alla partnership con Vodafone UK (che voleva testare la rete 5G sulle isole) la prima partita della stagione tra Garrison Gunners e Woolpack Wanderers ha visto una prima prova al mondo di FAR – Fan-Assistant Refereeing: la VAR in tempo reale sui telefoni dei tifosi presenti allo stadio, i quali potevano subito fornire la propria decisione che giungeva dopo pochi istanti sullo smartphone dell’arbitro. Questo lo slogan utilizzato dalla compagnia telefonica:

Mentre a molti fan del calcio di tutto il mondo piace essere arbitri in poltrona, sono i sostenitori dei Garrison Gunners e Woolpack Wanderers sulle Isole di Scilly che ora possono rivendicare ufficialmente quel titolo come loro.

Il calcio più piccolo al mondo è un calcio da record.

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