ricardo quaresma rom

Ricardo Quaresma, il leader rom che non ti aspetti

Noi tutti abbiamo in mente il Portogallo come uno dei Paesi europei che, dopo i cruenti effetti della crisi del 2008 e il conseguente intervento della Troika, è diventato una meta ideale per molti, un luogo in cui godere delle tante bellezze oltre che dell’ospitalità degli abitanti. Ma sotto questa patina di luogo ideale si nasconde un Paese ancora, purtroppo, fortemente razzista. Un rapporto dello scorso anno del Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha evidenziato come il Portogallo continui a violare il diritto a un alloggio dignitoso alla minoranza etnica più antica del Paese: i Rom. L’esempio più emblematico è il trattamento ricevuto da questa comunità nel paesino settentrionale di Torre de Montecorvo, dove nel 2007 le famiglie rom sono state cacciate dal loro accampamento e collocate in un complesso carcerario in disuso. Originariamente dovevano rimanere soli sei mesi, ma oramai sono passati quasi vent’anni. Molti bambini sono nati e cresciuti in quella prigione. 

Per quanto il Portogallo non si consideri un paese razzista, ci sono chiaramente situazioni di razzismo che persistono nella nostra società.

Vitor Marques, fondatore e attuale vicepresidente dell’Unione Rom portoghese.

Un’indagine del 2016 dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali ha rilevato che il 71% della comunità aveva subito discriminazioni, la cifra più alta tra i nove Paesi analizzati. Il presidente Marcelo Rebelo de Sousa ha ammesso nel 2018 che la strategia del Portogallo per integrare i rom era completamente “fallita”. La fobia dei rom rimane profondamente radicata ed è diventata elemento centrale della campagna dell’estrema destra. Una ricerca condotta dalla Fondazione Gulbenkian nel 2021 ha rivelato che molti considerano i rom come vicini indesiderabili, paragonandoli ad alcolisti e tossicodipendenti. Non è raro trovare negozi, ristoranti e persino farmacie che si avvalgono di pratiche razziste nel tentativo di tenerli lontani. Lo fanno posizionando rane di ceramica ai loro ingressi poiché l’animale è visto come un simbolo di sfortuna e malvagità, specialmente dagli anziani rom. Una delle più grandi catene di supermercati portoghesi, Minipreco, ha dovuto scusarsi per averlo fatto nel 2019. I rom sono stati ripetutamente diffamati da Andre Ventura, leader del partito populista di estrema destra Chega, che ora è la terza forza più grande del parlamento portoghese, avendo vinto 12 seggi alle elezioni di gennaio. Ex opinionista televisivo di calcio, Ventura accusa i rom di aver abusato delle prestazioni assistenziali e ha persino proposto per loro un piano di confinamento specifico all’inizio della pandemia perché hanno “molte difficoltà a rispettare le regole“.

ricardo quaresma rom

E qui scende in campo Quaresma. Come ha chiesto Renascensca, una delle principali stazioni radio portoghesi, può un eroe del calcio, campione d’Europa con la sua nazionale, porre fine a 500 anni di razzismo? Quando nel 2016 il Portogallo si laureò Campione d’Europa ai danni della Francia, il quotidiano Diario de Noticias pubblicò un articolo in cui affermava che “il nostro zingaro è migliore del loro“, riferendosi all’attaccante rivale Andre-Pierre Gignac, anch’egli di origini rom. L’ex Barcellona e Inter ha affrontato pubblicamente Ventura, affermando che il suo “populismo razzista serve solo a mettere gli uomini contro gli uomini in nome di un’ambizione di potere che la storia ha già dimostrato di essere un percorso di rovina per l’umanità“. Oramai 38enne e senza un club, Quaresma è diventato un’icona della comunità Rom, sostenendo sportivi e artisti, come nel caso della cantante Nininho Vaz Maia, che ha fatto scalpore con le sue esibizioni.

Ieri sera una rom ha riempito il Coliseu (la più grande sala da concerto di Porto)! Sono molto orgoglioso dei risultati che i Rom stanno facendo nella nostra società. Solo con il duro lavoro possiamo sconfiggere l’intolleranza.

Quaresma sul suo profilo Instagram

Dice di non essere ancora pronto per il ritiro e che comunque ha intenzione di diventare un allenatore una volta che avrà appeso gli stivali al chiodo, ma qualunque sarà il suo futuro è importante che continui a rappresentare un voce di sostegno per un popolo la cui lotta è tutt’altro che finita. Come ha affermato Marques:

Per la persecuzione e lo svuotamento della nostra cultura, del nostro stile di vita e persino delle nostre identità prima della rivoluzione del 1974, meritiamo delle scuse. Siamo stati sorvegliati dalla polizia e dovevamo essere costantemente in movimento perché non potevamo rimanere in un posto per più di 24 ore. Eravamo la comunità più attaccata del Paese. Altri Paesi si sono scusati con i Rom, ma il Portogallo no. Posso solo sperare che un giorno qualcuno esamini quello che abbiamo passato e quello che stiamo ancora passando qui.

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