hadza corsa

La maratona tra gli Hadza, la corsa che celebra uno stile di vita

Località: valle di Yaeda, Tanzania. Temperatura: più d 30° C. Altitudine: 1300 m. Distanza: 80 km. Note: non è possibile portare né acqua, né bibite energizzanti, né viveri. Sono queste le caratteristiche di una delle gare di corsa più singolari mai pensate nella storia di questo sport, che si svolgerà nel 2023 in Tanzania. La gara si ispira alla tribù locale gli Hadza, una tra le pochissime tribù di cacciatori-raccoglitori ancora esistenti al mondo. Hanno abitato queste terre per migliaia di anni e, ancora oggi, vivono una vita a contatto con la natura: fonte di sostentamento, la natura per loro ha un ruolo centrale. Al sorgere del sole ognuno di loro si dedica ad un compito. Le donne si occupano della raccolta di bacche e tuberi, mentre gli uomini si dedicano alla caccia. Ed è proprio dall’attività di questi ultimi che nasce l’idea della corsa che avverrà nella stagione della siccità, quando il paesaggio appare arido e spietato.

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La società degli Hadza è costituita su basi solidamente egualitarie per quanto riguarda il genere e l’età. Tuttavia è nella caccia che si può notare una scala gerarchica, dettata soprattutto dall’esperienza e dall’abilità. La corsa sarà ispirata ad una battuta di caccia, ripercorrendo le orme degli Hadza che si muovono rapidi tra rocce impervie e terreni dissestati. Sono movimenti precisi che permettono ai cacciatori di percorrere anche 40 km in una sola mattinata. Ad occuparsi dell’organizzazione della corsa sarà la Dorobo Fund, insieme all’esperto di ultra-maratona Josue Stephens e la sua compagnia Barefoot Adventures.

Non è ancora stato stabilito quale sarà il nome della competizione, ma è stata stabilita la distanza totale da percorrere: 80 km calcolati seguendo un cacciatore Hadza durante la sua attività giornaliera. Stephens, famoso per aver corso insieme alla tribù messicana dei Tarahuma per molti anni, ha voluto organizzare questa corsa perché estremamente affascinato dallo spirito atletico degli Hadza. Secondo alcune stime, ogni Hadza praticherebbe al giorno almeno 150 minuti di attività fisica, che sarebbe la quota settimanale raccomandata dagli esperti occidentali per uno stile di vita sano. Gli studi hanno anche scoperto che gli Hadza hanno una salute cardiaca invidiabile, con bassa pressione sanguigna e bassi livelli di colesterolo, anche in età avanzata.

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Foto: Nikki Culley

Pare che gli Hadza abbiano accolto positivamente la proposta, tanto da aver chiesto di prenderne parte. In generale, alcuni dei responsabili, in accordo con la tribù, hanno ritenuto necessaria la partecipazione di alcuni di loro per intervenire nel caso in cui qualcuno dei partecipanti si trovasse in serie difficoltà. Si tratterà di una gara estremamente complessa. Se da un lato temperatura e altitudine contribuiscono alla complessità del percorso, la ricerca di acqua e cibo solo da fonti naturali rende la competizione una vera e propria sfida per tutti gli atleti che decideranno di prendervi parte. Questi dovranno, infatti, scavare alla ricerca di tuberi commestibili, raccogliere le bacche e arrampicarsi sui baobab per raccogliere la frutta ma, soprattutto, per prendere l’acqua.

Il baobab è una delle piante grasse più grandi del mondo e può immagazzinare più di 100.000 litri d’acqua durante la stagione delle piogge, fornendo alle popolazioni locali la possibilità di accedere a fonti di acqua dolce anche nella stagione secca. Inoltre, i suoi frutti contengono quantità di vitamina C sei volte superiore a quelle degli agrumi da noi più conosciuti. È per questo che in Africa prende il nome di Albero della vita. Il baobab sarà la principale fonte di ristoro per i corridori, sia che si tratti di acqua sia che si tratti di cibo, una fonte che però andrà conquistata con fatica.

Altra pratica molto utile ai fini della gara sarà quella dell’accensione del fuoco, fondamentale per creare il fumo necessario ad allontanare le api mentre si recupera il miele, ma anche per scaldarsi la notte e per arrostire i tuberi. Insomma, niente accendini ammessi.

Il baobab sarà il principale alimento di sostentamento per la gara. I corridori non potranno portare il proprio cibo e dovranno procurarselo con le abilità apprese dagli Hadza.

Il ricavato della gara sarà dato in parte alla tribù. Sebbene gli Hadza vivano dei frutti della terra, usano i soldi per l’istruzione, la sanità e per risolvere le controversie territoriali. Nel corso degli anni il loro territorio si è sempre più ridotto a causa dell’arrivo di nuove popolazioni stanziali che, a per i cambiamenti avvenuti negli equilibri africani e mondiali, si sono viste costrette a cercare nuovi luoghi in cui stabilirsi. E nonostante gli Hadza abbiano perso buona parte del proprio territorio (il 90% dagli anni Sessanta), accettano con grande consapevolezza l’avvento dei nuovi vicini e comprendono, loro per primi, che la vita è fatta di necessità improrogabili, prima tra tutte la sopravvivenza.

Quando ero bambino non c’erano altre tribù nell’area fino a 80 km da qui.

L’anziano della tribù Maroba

Quella del 2023 in Tanzania sarà una corsa che farà davvero bene. Non solo alla circolazione, al cuore e all’umore. Sarà una corsa speciale che colpirà direttamente l’anima di chi partecipa e farà maturare nuove consapevolezze e nuove conoscenze. Ancora una volta lo sport riesce a creare legami dove, ad un occhio esterno, sono visibili solo grandi differenze.

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