Johann Sebastian Bach (1685-1750) è senza dubbio uno dei più grandi geni musicali di sempre, la cui maestria ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica. Attraverso l’analisi di cinque composizioni rappresentative, scopriremo l’ampiezza e la profondità del suo talento e l’influenza duratura che ha esercitato. Dal lato più giocoso della Kaffeekantate (BWV 211) alla complessità e intensità della Ciaccona dalla Partita n. 2 per violino solo (BWV 1004), ogni opera rivela aspetti unici della sua arte.
1. Schweigt Stille, Plaudert Nicht (“Cantata del Caffè”), BWV 211
Durante il periodo trascorso a Lipsia come Cantor presso la chiesa di San Tommaso, Bach non solo compose musica sacra ma collaborò anche con il Collegium Musicum, un ensemble di musica laica. Diretto inizialmente da Georg Philipp Telemann, Bach ne prese la guida nel 1729, esibendosi regolarmente presso il Café Zimmermann, un punto di ritrovo molto frequentato nella Lipsia del XVIII secolo.
Tra il 1732 e il 1735, compose la Cantata del Caffè, una vivace opera in miniatura che racconta la storia di Lieschen, una giovane ossessionata dal caffè, e del suo autoritario padre Schlendrian, che tenta di distoglierla da questa “cattiva abitudine”. Attraverso un intreccio di scene umoristiche, la cantata parodia l’interesse sfrenato per le caffetterie nella Lipsia dell’epoca.
2. Ciaccona, dalla Partita n. 2 in Re minore per violino solo, BWV 1004
La Ciaccona, ultimo movimento della Partita n. 2 per violino solo, è considerata una delle composizioni più ardue e potenti del repertorio violinistico. Probabilmente composta tra il 1718 e il 1720, la sua genesi sembra essere legata alla morte della sua prima moglie, Maria Barbara. Ci piace pensare che Bach non avesse altri mezzi per elaborare il lutto se non la sua musica; e così compose quest’opera la cui potenza emotiva spinse Johannes Brahms a scrivere in una lettera a Clara Schumann:
Se potessi immaginarmi di scrivere, o anche solo di concepire, un pezzo del genere, sono certo che l’eccitazione estrema e la tensione emotiva mi avrebbero fatto impazzire. Se non si ha a disposizione un violinista di altissimo livello, la gioia più squisita è probabilmente semplicemente lasciare che la Ciaccona risuoni nella propria mente.
La struttura della Ciaccona è piuttosto semplice: inizia con una frase di quattro battute, cui seguono 64 variazioni, ognuna delle quali parte e si chiude sulla tonica. Tuttavia, Bach trasforma questa semplicità formale in una serie di variazioni complesse e cangianti, che spaziano da momenti di cupa introspezione a episodi più brillanti e vitali. La Ciaccona è un’opera che esplora le possibilità del contrappunto e della variazione, dando vita a un’intensità emotiva senza uguali. Qualsiasi sia stato il motivo della sua genesi, aspettatevi di commuovervi.
3. Concerti Brandeburghesi, BWV 1046-1051
I Concerti Brandeburghesi rappresentano una sintesi della versatilità e delle competenze compositive di Bach. Commissionati da Christian Ludwig, margravio di Brandeburgo (anche se probabilmente non furono mai eseguiti alla sua corte) restano un magnifico esempio di fusione tra stili musicali diversi.
Ogni concerto esplora una combinazione unica di strumenti e atmosfere, rendendo ciascuno un’opera a sé. Il Concerto n. 1 è caratterizzato da quattro movimenti, con una varietà strumentale che include anche i corni, elemento raro nel resto della serie. Il Concerto n. 2 mette in scena una tromba barocca, che, priva di valvole, richiede al trombettista una tecnica e un controllo del respiro eccezionali. Il Concerto n. 3, invece, è scritto interamente per archi, con un unico e audace movimento centrale, mentre il Concerto n. 4 e il n. 5 si distinguono per le parti soliste del violino e del flauto, quest’ultimo protagonista assoluto nel movimento finale del quinto concerto.
Ognuno di essi offre un assaggio della complessa visione musicale del compositore, in cui elementi popolari e di danza si fondono con il rigore del contrappunto, creando opere ricche di contrasti e innovazioni.
4. Offerta Musicale, BWV 1079
Composta nel 1747, l’Offerta Musicale è un capolavoro di complessità contrappuntistica, nato dall’incontro tra il compositore e Federico II di Prussia. Il re, melomane e compositore dilettante, lo sfidò a scrivere una fuga a tre voci su un particolare tema. Bach non solo accettò la sfida ma, tornato a Lipsia, elaborò un’intera raccolta di pezzi basati su quel tema, includendo due ricercari e una serie di canoni estremamente complessi.
Uno dei canoni più noti è il Canone del Granchio, in cui il tema viene eseguito sia in avanti che al contrario, creando un effetto sonoro unico e affascinante. L’Offerta Musicale è una testimonianza del rigore e della maestria di Bach, capace di elaborare variazioni su un singolo tema con una profondità che sfida ancora oggi gli interpreti.
5. Variazioni Goldberg, BWV 988
La leggenda vuole che fossero destinate al conte Hermann Carl von Keyserling, che soffriva di insonnia e desiderava un pezzo che potesse intrattenerlo durante le notti insonni. Le variazioni, basate su una linea di basso di 32 battute, esplorano una vasta gamma di emozioni e stati d’animo, dalla leggerezza e giocosità alla malinconia e alla profondità meditativa.
L’opera è strutturata in trenta variazioni che alternano fughe, canoni e danze, presentando sfide tecniche notevoli, soprattutto su pianoforti moderni che non dispongono della doppia tastiera del clavicembalo. Alcune variazioni, come la decima e la ventiduesima, mettono in luce il talento di Bach per il contrappunto, mentre altre, come la venticinquesima, sono intrise di una profondità emotiva che riecheggia quella della Ciaccona. Le Variazioni Goldberg rappresentano un vertice nella produzione tastieristica di Bach e sono un compendio della sua arte, offrendo un viaggio emozionale e intellettuale attraverso un linguaggio musicale universale e senza tempo.