Nel cuore del Kenya, tra strade polverose e villaggi disseminati di campi di mais e manioca, un gruppo di donne sta riscrivendo le regole di un mestiere storicamente dominato dagli uomini. Sono le Boda Girls, tassiste in moto che sfidano pregiudizi e ostacoli per offrire un servizio essenziale: trasportare donne incinte, bambini e pazienti ai centri medici.
Monica Atieno, madre di tre figli, ha deciso di entrare in questo mondo per necessità. I suoi bambini avevano fame e questo era l’univo lavoro disponibile. Inizialmente, ha tenuto il suo progetto nascosto al marito, lui stesso un autista di boda-boda, temendo la sua reazione. Infatti, quando lo scoprì, andò su tutte le furie, minacciando di lasciarla. Ma Monica, con la determinazione di chi sa di non avere alternative, gli rispose senza esitazione: “Lo farò, perché so cosa posso ottenere“.
I boda-boda hanno avuto origine negli anni Sessanta, quando i ciclisti lungo il confine tra Kenya e Uganda attiravano i clienti al grido "da confine a confine". Inizialmente erano semplici taxi a pedali, ma nel tempo si sono evoluti in mototaxi, spesso motociclette economiche importate dall'India. Oggi, i boda-boda rappresentano una delle principali forze economiche del Kenya, fornendo un mezzo di trasporto essenziale per milioni di persone.
Dopo mesi di addestramento, nel 2022 Monica è diventata ufficialmente una Boda Girl, unendosi a un ristretto gruppo di circa 1.000 donne tra i 2,5 milioni di tassisti motociclistici kenyani. Il cammino, tuttavia, non è stato privo di ostacoli. La maggior parte delle donne coinvolte nel programma non aveva mai guidato una moto, né tantomeno un’auto. Inoltre, hanno dovuto affrontare le molestie dei passeggeri e la disapprovazione dei loro stessi mariti, i quali vedevano in questa nuova professione una minaccia alla tradizionale divisione dei ruoli di genere.

L’idea di formare donne tassiste motociclistiche è nata da Dan Ogola, cofondatore dell’ospedale locale di Matibabu. L’ospedale era uno dei principali datori di lavoro nella contea di Siaya, dove un milione di abitanti vive prevalentemente in villaggi e piccole città, collegati da strade dissestate di terra rossa che si snodano tra pianure e dolci colline. Gran parte della popolazione si sostiene coltivando mais, manioca o patate dolci, mentre altri si dedicano alla pesca nel lago Vittoria, il più grande dell’Africa. Le opportunità di lavoro sono limitate, soprattutto per le donne. Per anni, Ogola aveva osservato molte di esse presentarsi in ospedale per ruoli di cuoche, addette alle pulizie o receptionist. Ma quando queste stesse donne diventavano pazienti, spesso non avevano i mezzi per raggiungere l’ospedale per le visite mediche. Alcune, specialmente quelle incinte, erano costrette a camminare per ore, con il rischio di partorire lungo la strada. Con il sostegno della Tiba Foundation, un ente di beneficenza statunitense, Ogola ha deciso di istituire un programma di formazione per donne tassiste in moto. Nell’aprile del 2022, ha reclutato dieci donne dai villaggi vicini, dando vita alla prima generazione di Boda Girls.
Stiamo combattendo la povertà creando lavoro e allo stesso tempo rendiamo più accessibili i servizi sanitari per le donne.
Dan Ogola
La vita di molte donne è cambiata radicalmente. Lilian Rehema, vedova e madre di quattro figli, non riusciva più a mantenere la sua famiglia con il solo guadagno della coltivazione di cavolo riccio. Dopo anni di difficoltà, ha scoperto il programma delle Boda Girls e ha deciso di provarci. Ora accompagna le future mamme all’ospedale e aiuta le donne e i bambini nei loro spostamenti quotidiani. “Ora i miei figli possono vestirsi bene e mangiare tutti i giorni“, racconta.
Anche Lucy Odele, una madre single con una lieve disabilità alla gamba causata dalla poliomielite, ha trovato nelle Boda Girls una possibilità di riscatto. Non è stato facile per lei: all’inizio, faticava persino a salire sulla moto. “Piangevo, vedevo le altre fare progressi mentre io ero ferma“, ricorda. Ma non ha mollato. Gli istruttori le hanno trovato uno scooter più adatto, e oggi guida con orgoglio, sapendo che il suo lavoro fa la differenza. “So cosa significa camminare per chilometri per raggiungere una clinica” – spiega – “Non voglio che altre persone soffrano come ho sofferto io“.
Le Boda Girls sono diventate una presenza familiare sulle strade sterrate del Kenya occidentale. I loro veicoli sono arredati con sedili rosa per segnalare il loro status di tirocinanti. Queste donne non sono solo tassiste: sono punti di riferimento per la comunità, fonte di ispirazione per altre donne e simboli di una nuova indipendenza economica.
Ovviamente, non sono mancate le resistenze. Molti uomini tassisti vedono nelle Boda Girls una minaccia al loro lavoro. “Prima che arrivassero, me la cavavo bene, ma ora il mio guadagno è diminuito“, si lamenta Frederic Owino, un tassista locale. Ma Kevin Mubadi, presidente della Boda Boda Safety Association, sostiene che il cambiamento sia inevitabile:
Le donne affrontano ancora molte difficoltà, ma il loro ingresso in questo settore è un passo avanti per tutti.
Per proteggersi dai rischi, le Boda Girls ricevono anche un addestramento in autodifesa: imparano a riconoscere i segnali di pericolo, a fermare la moto se il passeggero si comporta in modo inappropriato e a difendersi con tecniche di combattimento base.
Le Boda Girls stanno dimostrando che il cambiamento è possibile, anche in settori rigidamente maschili. Con la loro determinazione, stanno non solo garantendo un servizio essenziale per le comunità, ma stanno anche ridefinendo il concetto di lavoro femminile in Kenya.
Il marito di Monica Atieno, inizialmente scettico, ha cambiato atteggiamento quando ha visto che lei guadagnava più di lui. Con il suo stipendio, Monica ha comprato una mucca, diversi maiali e ha persino avviato un’attività di produzione di sapone e sartoria. Oggi, è lei che porta i figli a scuola in moto, spesso con il marito a bordo, ormai convertito alla causa.