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È il peggior Manchester United della storia?

La situazione del Manchester United si sta rapidamente deteriorando, sia dentro che fuori dal campo. Ruben Amorim, l’allenatore portoghese arrivato solo due mesi fa, non ha esitato a definire la squadra “la peggiore della storia“. Un’affermazione forte, forse provocatoria, ma che riflette il momento drammatico che il club sta attraversando. Sebbene il Manchester United abbia vissuto altre stagioni difficili, i problemi attuali sembrano più strutturali che episodici, con un mix di difficoltà tecniche, disorganizzazione gestionale e problemi finanziari che stanno minando il futuro del club.

Una squadra senza identità

Dal punto di vista tecnico, Amorim sta cercando di imporre un nuovo sistema di gioco, basato su una formazione 5-2-3, ma con giocatori che non sono stati acquistati per adattarsi a questo modulo. Il risultato? Una squadra confusa e inefficace. Il Manchester United ha perso sei partite in casa in Premier League, un record negativo che non si vedeva dal 1893-94.

Il problema principale sembra essere la mentalità del gruppo: pur avendo una rosa di livello, lo United appare fragile, incapace di reagire alle difficoltà e spesso vittima delle proprie insicurezze. Se Amorim ha fatto scelte forti, come l’esclusione di alcuni dei giocatori più pagati, il problema sembra essere più profondo: una cultura dello spogliatoio da rifondare completamente.

La crisi dello United ha dei precedenti storici, ma raramente il club si è trovato così in difficoltà in epoca moderna. Nel 1986-87, sotto Ron Atkinson, la squadra rischiò la retrocessione prima che Ferguson riuscisse a risollevarla. Andando ancora più indietro, la peggior stagione della storia dello United rimane quella del 1930-31, quando perse le prime 12 partite di campionato e retrocesse. Anche nel 1973-74 il club scese in Second Division, ma in quel periodo lo United stava vivendo un cambiamento generazionale. L’attuale situazione, invece, è aggravata dal contesto moderno della Premier League, dove la concorrenza è spietata e gli errori vengono pagati a caro prezzo. A differenza del passato, oggi il club non ha il tempo di aspettare anni per una rinascita e la pazienza nei confronti degli allenatori è molto più limitata.

Le peggiori stagioni del Manchester United nella massima serie per percentuale di vittorie
Le peggiori stagioni del Manchester United nella massima serie per percentuale di vittorie | Fonte: The Athletic

INEOS, Ratcliffe e il terremoto finanziario

Il caos finanziario è forse il problema più grande dello United. Da quando Sir Jim Ratcliffe ha acquisito una quota minoritaria del club, ha avviato una drastica politica di tagli, con conseguenze significative su tutti i livelli della società. Dopo i 250 licenziamenti estivi, il club ha annunciato un ulteriore taglio di 150-200 dipendenti, con chiusure di servizi come la mensa aziendale e riduzioni dei benefit per i lavoratori.

Ratcliffe ha giustificato queste scelte con la necessità di risanare le finanze del club, che ha accumulato perdite per 373 milioni di sterline (450 milioni di euro c.a.) negli ultimi cinque anni. Il Manchester United continua a spendere in modo massiccio sul mercato, ma senza ottenere risultati, e le nuove normative sulla spesa in Premier League e UEFA stanno mettendo ulteriore pressione sulle operazioni finanziarie.

Il club ha anche accumulato un debito di 734 milioni di sterline (poco meno di 900 milioni di euro), in gran parte dovuto al controverso leveraged buyout della famiglia Glazer nel 2005. Solo nella scorsa stagione, lo United ha pagato 37,2 milioni di sterline (45 milioni di euro c.a.) di interessi passivi. Nel tentativo di ridurre le perdite, sono stati introdotti aumenti nei prezzi dei biglietti e tagli a benefit storici per i tifosi, generando ulteriori malumori tra la fanbase.

Prospettive per il futuro: ricostruzione o declino?

La domanda che tutti si pongono è: lo United è in grado di uscire da questa crisi? Amorim sta cercando di imporre una nuova filosofia, ma il rischio è che, senza risultati immediati, la sua avventura a Manchester possa terminare prematuramente, come è successo a molti suoi predecessori. Il club deve trovare un equilibrio tra una gestione finanziaria sostenibile e la necessità di tornare competitivo sul campo.

La Premier League non concede margini di errore e il rischio è che il Manchester United si trovi in un limbo, lontano dalla lotta per il titolo e senza la capacità di risollevarsi rapidamente. I tifosi continuano a riempire l’Old Trafford, ma la pazienza non è infinita. Il futuro del club dipenderà da come la dirigenza gestirà questa crisi: se riuscirà a trasformarla in un punto di svolta o se, invece, diventerà l’inizio di un declino più lungo e profondo.

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