Vincenzo Grifo

Vincenzo Grifo, il gioiello di Pforzheim

Quando negli anni Ottanta i signori Grifo si trasferiscono a Pforzheim, città tedesca a meno di 30 km da Stoccarda, Vincenzo è a malapena un’idea sfocata. Chissà se lo sanno, i Grifo, di essere approdati nella città dei gioielli, quelli che escono dalla fabbrica a centro città nata originariamente come orfanotrofio, in una sorta di parallelo più o meno voluto – e più o meno dozzinale – tra un prezioso e una giovane esistenza umana.

Pforzheim
Pforzheim, la città dei gioielli

Quello che sanno di certo è che la Germania non è la Puglia né la Sicilia, ma probabilmente sono abbastanza ampi di mente da leggere la cosa in un’accezione che non sia né positiva né negativa: lavorano e ottimizzano le opportunità che la città offre. È il 7 aprile del 1993 quando nasce Vincenzo, che a 4 anni già mette i piedi su un campo di calcio: con l’allora VfR Pforzheim, il piccolo Vincenzo segue l’intera trafila delle giovanili, dai cosiddetti Pulcini fino alla Juniores. Poi, a luglio del 2011, approda al Karlsruhe, che milita nella A-Junioren-Bundesliga. Il sistema calcistico tedesco, ora come allora, è molto diverso da quello italiano: la A-Junioren-Bundesliga è la massima serie dedicata agli under 19, considerata molto spesso una sorta di vetrina per le giovani promesse.

Vincenzo Grifo

Qui Grifo non si comporta affatto male, segnando 6 gol e fornendo 11 assist in 19 partite. Il salto a una realtà di maggiore risonanza è inevitabile, e si ritrova l’anno seguente nell’Hoffenheim, diventando uno dei giocatori di punta della seconda squadra. Fino all’esordio in Bundesliga, il 19 ottobre 2012 su volere dell’allora tecnico Markus Babbel, lo stesso che spingerà perché quella giovane mezzala dai piedi buoni prolunghi il contratto fino al 2016.

Markus Babbel
Markus Babbel

Ma la concorrenza in prima squadra è spietata, e quell’odiosa bocciatura sotto forma di frase fatta, sulla linea del “il ragazzo deve farsi le ossa”, è dietro l’angolo. Dopo sprazzi incostanti di Bundesliga, Vincenzo finisce così alla Dynamo Dresda in una stagione sfortunata: gioca bene ed emerge sugli altri, ma la squadra è praticamente già proiettata alla retrocessione in terza divisione. Lui, però, non scende di categoria e resta nella seconda, la serie B tedesca per farla semplice. Approda in prestito all’FSV Frankfurt nella stagione 2014/2015; a quel punto 22enne, Grifo comincia ad allontanarsi velocemente dalla dicitura “ragazzo”, almeno per lo spietato e acceleratissimo scenario calcistico. Forse rimbalzare tra seconde squadre e serie minori tedesche rappresenta il punto d’arrivo e non quello di partenza.

vincenzo grifo FSV Frankfurt (1)

Non può saperlo allora, non possiamo saperlo noi adesso, ma magari è proprio sulla scia di quella consapevolezza – quella brusca frenata delle smanie – che Grifo diventa l’uomo in più dei nerazzurri di Francoforte: gioca praticamente sempre e mette a segno 7 reti in campionato, guadagnandosi il passaggio a un’altra squadra di seconda divisione che però punta diretta alla Bundesliga, il Friburgo. Con 14 goal e 15 assist si mostra una delle figure chiave di una squadra che sbaglia poco e nulla, chiudendo la stagione 2015/2016 al primo posto con largo distacco dalle inseguitrici e guadagnandosi di diritto la massima serie tedesca: la Bundesliga. Non ci è tornato su chiamata o in sessioni di mercato al rialzo per accaparrarselo; Vincenzo Grifo, sul maggior palcoscenico calcistico della Germania, ci è tornato a suon di prestazioni maiuscole, costruendosi un cammino esperienziale che sembra avvantaggiarlo sugli altri.

La Bundesliga fino a quel momento l’aveva incontrata solo in una decina di scampoli di match con l’Hoffeneim, nel lontano 2013. Eppure, sembra trovarsi a casa sua: gioca sempre, segna sei reti e fa 12 assist, chiudendo con un settimo posto che vuol dire qualificazione all’Europa League. È un percorso difficile da immaginare per una neopromossa, eppure è vero. Attenzionato da diversi club, a maggio del 2017 viene acquistato dal Borussia Mönchengladbach, una di quelle circostanze che implicitamente definirà “un errore dovuto alla fretta”, nel corso di una più estesa intervista in cui rivela di aver in passato “sbagliato almeno due volte a cambiare club”. Infatti appena una stagione dopo torna all’Hoffenheim, squadra che gli garantisce anche l’esordio in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk e, più tardi, la prima convocazione in azzurro.

Certi percorsi però non si dimenticano, e Vincenzo bypassa persino il corteggiamento della Fiorentina e la prospettiva di approdare in serie A per rientrare al Friburgo. Qui si riprende presto la scena, consolidandosi come l’ala a piedi invertiti che abbiamo visto anche in nazionale e spingendo il club ad acquistarlo a titolo definitivo. La stagione 2020/2021 parte con 2 gol e 4 assist, e la storia più recente ci racconta la notte da protagonista in azzurro contro l’Estonia, con una doppietta e una prestazione in grado di metterne in mostra tutte le caratteristiche: ottimo piede, forza fisica, rapidità nei movimenti e meccanismi di fascia ormai mandati a memoria, che non a caso potrebbero farlo emergere come un naturale sostituto di Insigne.

E anche se sembra troppo retorico e romantico, è bello immaginare che solo adesso, al culmine di un percorso poco lineare e spesso in salita, mamma e papà Grifo abbiano potuto ricollegare i puntini dell’intera storia, geografica ed episodica, e finalmente capire: eccolo lì, il gioiello di Pforzheim.

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