inter seconda stella

A riveder le stelle

Davide Calabria aveva rassicurato i tifosi: “Non succederà. Faremo del nostro meglio per vincere il derby.” Le promesse non sono state mantenute. Da quando Stefano Pioli si è fatto tatuare lo scudetto due anni fa, il Milan ha perso ogni singolo derby, un record nella storia rossonera. L’Inter ha inflitto sconfitte umilianti, incluso il 5-1 di settembre. E il messaggio ora è chiaro: l’Inter è diventata la kryptonite di Pioli. Nonostante il Milan abbia investito oltremodo per rafforzarsi, è emerso un profondo divario tra le due squadre. Non solo nella tecnica, ma anche nella testa. L’Inter ha una consapevolezza della sua forza che né il Milan né le altre 18 squadre della Serie A hanno trovato in questi lunghi mesi. L’atteggiamento dei giocatori neroazzurri era serafico, tipico di chi ha il controllo della situazione: non c’era paura o ansia nei loro volti. Davanti a loro si prospettava l’entrata nella Storia dalla porta principale, ne erano consapevoli, ma non spaventati. Al contrario, i rossoneri vibravano tra il panico, lo smarrimento e l’impotenza contro i loro rivali cittadini. Una tensione alimentata anche da alcuni personaggi di rilievo, come Zlatan Ibrahimovic, il quale ha incitato i tifosi milanisti a “mandare un messaggio a Hakan“, riferendosi a Calhanoglu, ex giocatore rossonero. Un tensione che sul campo è sfociata in rabbia e nervosismo sin dai primi minuti del match. La paura di vedere l’Inter festeggiare la seconda stella davanti a loro, davanti ai loro tifosi era qualcosa di palpabile nei giocatori del Milan.

Al di fuori dell’Italia, una cosa del genere potrebbe sembrare banale. Un abbellimento della maglietta e nulla più. Ma nel calcio, nel calcio italiano, la stella è una questione di serio prestigio. Nacque da un’idea del padre di Andrea Agnelli, Umberto, che, in qualità di presidente della Juventus e della Federazione Italiana Giuoco Calcio alla fine degli anni Cinquanta, suggerì che ai club venisse assegnata una stella per ogni 10 titoli vinti. La Juventus guadagnò la sua prima nel 1958 e da allora è sempre stata oggetto di vanto e sfottò. Ottenere la stella è stato un successo straordinario. Farlo, battendo i rivali di sempre, lo ha reso mitico.

inter seconda stella

L’Inter di Simone Inzaghi in questi tre anni è stata un crescendo; anche con cadute e delusioni il percorso è sempre stato positivo e migliorativo anno dopo anno. Nonostante le difficoltà finanziarie e le cessioni importanti, Inzaghi è riuscito a costruire una squadra competitiva che ha giocato un calcio dominante. La squadra ha dimostrato coesione e determinazione, con lo zoccolo duro di giocatori italiani che ha svolto un ruolo chiave nel successo, come sottolineato dallo stesso AD, Giuseppe Marotta.

Sottolineo con orgoglio lo zoccolo duro degli italiani, io credo che sia fondamentale per capire cosa significa giocare in Italia e nei campi di provincia” per poi concludere: “Si va incontro ai parametri economico-finanziari, io sono molto fiducioso nel patrimonio umano rappresentato da allenatori, dirigenti e giocatori.

Giuseppe Marotta, AD area sportiva dell’Inter

Ma non bisogna fare l’errore di pensare che questa Inter, l’Inter di Inzaghi, sia nuova. È sempre stata così. Soprattutto nella seconda parte dello scorso anno. Il Napoli era già in fuga, vicino al suo terzo scudetto, ma il modo in cui l’Inter ha chiuso la stagione ha lasciato sensazioni positive. Ha raggiunto la finale di Champions League dopo 13 anni, una partita erroneamente pubblicizzata come la più sbilanciata degli ultimi anni. L’Inter ha perso 1-0 contro il Manchester City, ma non è tornata da Istanbul sconfitta. Al contrario, questa squadra aveva la convinzione che potesse e dovesse vincere la partita.

Sono campione europeo perché un attaccante (Lukaku) ha sbagliato un colpo di testa da tre metri di distanza.

Pep Guardiola, manager del City

Sono arrivati 12 giocatori nuovi quest’anno, e nessuno, neanche il più ottimista, pensava che si sarebbero integrati così bene e così velocemente. Yann Sommer ha battuto il record di clean sheet in una singola stagione. Benjamin Pavard nelle partite più importanti ha sempre lasciato il segno, dal salvataggio sulla linea a Firenze all’autogol di Gatti nel Derby d’Italia. Davide Frattesi è stato l’uomo della provvidenza, con i suoi gol decisivi negli ultimi minuti. Il suo gol nei tempi supplementari contro l’Hellas Verona all’inizio dell’anno è stato uno dei momenti chiave della stagione. Marcus Thuram passerà alla storia come uno dei migliori colpi del mercato interista.

Ma non tutto è andato sempre liscio. I rigori del Civitas Metropolitano sono ancora vivi nella mente degli interisti. E le due settimane successive all’eliminazione dalla Champions League sono state il momento più nero della stagione. L’Inter ha perso punti nella successiva partita di campionato, contro i campioni in carica del Napoli, il cui difensore Juan Jesus ha accusato Acerbi di averlo apostrofato con insulti razzisti. Il fatto che sia stato scagionato per mancanza di prove non ha cancellato comunque la macchia dell’accaduto. Marotta, l’architetto di questa Inter, ha poi annunciato i suoi piani di lasciare nel 2027 e di dedicarsi alla politica. Nel frattempo, la Corte d’Appello di Milano ha dato ragione alla China Construction Bank nel caso contro il presidente Steven Zhang, per il risarcimento di più di 250 milioni di dollari di debiti non pagati. Ha fatto parlare molto la sua assenza dall’Italia, soprattutto nei giorni di avvicinamento alla Seconda Stella. Nonostante ciò, pare abbia trovato un nuovo fondo per estinguere il debito di 380 milioni di euro nei confronti del fondo americano, Oaktree. Un atteggiamento che innegabilmente certifica la sua volontà di rimanere proprietario della Beneamata.

Penso che quello che posso dire è che continueremo la lotta. Finché sarò il presidente, continueremo a vincere e a puntare sempre al meglio, senza dubbio.

Steven Zhang

Nel mezzo del cielo neroblu dello Scudetto, l’incertezza del futuro della proprietà neroazzura è la sola nube oscura che aleggia dietro le stelle scintillanti. Il contratto di Inzaghi, in scadenza nel 2025, deve essere prolungato, così come quello di Lautaro, e nonostante Marotta lo abbia promesso per mesi e mesi, ancora non è arrivato.

Ma poi alla fine si ritorna sempre al campo. Così ecco anche uno dei più strenui detrattori dell’Inter ammettere la bellezza del gioco dei ragazzi di Inzaghi. “Si è evoluto. Ha fatto molti progressi ed è sulla strada giusta“, ha dichiarato Arrigo Sacchi. Il calcio dell’Inter quest’anno è stato uno dei più all’avanguardia in Europa: scambi posizionali fluidi, difensori centrali che si trovano ad occupare le zone d’attacco, il braccetto difensivo che sforna assist per l’altro braccetto. È sembrato di rivedere il calcio totale olandese.

Tutti difendono. Tutti attaccano. C’è un codice che rispettiamo.

Alessandro Bastoni

L’Inter ha la migliore difesa e il miglior attacco del campionato. Ha segnato in 40 partite consecutive con 17 marcatori diversi. Come ciclo, è una dinastia appena velata, che è culminata con uno scudetto in un derby e una stella che brillerà nella storia. Sotto la pioggia battente di lunedì, gli ultras del Milan hanno mostrato un volto coraggioso. “La matematica non è un’opinione. I titoli sul campo sono 19“, recitava uno striscione della Curva Sud, alludendo allo scudetto assegnato all’Inter nel 2006 dopo lo scandalo di Calciopoli. Di fronte a loro, gli interisti nella Curva Nord non se ne sono curati. La loro coreografia mostrava una cartomante dell’Inter che guardava in una palla di cristallo. “Il nostro destino è il vostro incubo.” E mentre un lato della città festeggiava tutta la notte, l’altro non riusciva a dormire dalla rabbia.

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