Studio – Europa League Show

Il calcio distopico dell’estate italiana e la televisione reale

L’estate all’epoca del Covid ci ha regalato, oltre a migliaia di servizi sulle spiagge alla ricerca di illuminati bagnanti che ci spiegassero come si sarebbe evoluto il virus al ritorno nelle città, il calcio che conta sugli schermi televisivi tra luglio e agosto. Il mondo del pallone si é espresso all’interno di una bolla difficile da decifrare come pura realtà. Diciamo una realtà alternativa, un mondo parallelo, in cui ventidue uomini in calzoncini correvano dietro ad una palla bianca nel mezzo di stadi vuoti, immagine perfetta per descrivere la catastrofe in un film distopico. In questa realtà diversa a quella a cui eravamo abituati fino a qualche mese fa, anche personaggi e protagonisti si sono rivelati per altri aspetti, mostrando un carattere lontano da quello a cui eravamo abituati. Molti i protagonisti a rivelarsi in altre forme, personaggi passati dall’esaltazione alla disperazione nel giro di una sola maledetta estate. 

I tifosi di cartone
I tifosi di cartone del Borussia Mönchengladbach, una soluzione simpatica per rimediare agli stadi vuoti

Ci sono le vittime annunciate e tra queste spicca sicuramente quella dell’ex allenatore della Juventus Maurizio Sarri. Smessi i panni dell’uomo strafottente e un po’ naïf , lo abbiamo trovato nella paradossale posizione dell’agnello sacrificale di una squadra allo sbando. Di fianco a Sarri, Ronaldo stella che brilla da sola nelle notti buie, ma che non basta a portare luce: la Juventus capitola (meno peggio di quel si pensava comunque) con il Lione e lui diventa una sorta di eroe operaio al servizio della causa anche se perdente. 

Dall’altra parte il grande antagonista della stella portoghese ha dovuto subire il voltafaccia della fortuna. Dopo aver visto per anni le cime altissime di successi e riconoscimenti, si è ritrovato Sansone fra i filistei mentre il tempio del Barcellona crollava sotto i colpi di un Bayer Monaco che ha fatto a pezzi i pregiati monumenti calcistici catalani. Il crollo del Barcellona mette un po’ fine ad un’epoca che vedeva nella società blaugrana un sogno di inizio anni zero che coniugava passione sportiva, correttezza sociale e gioia di vivere. 

Sempre nel segno del dissolversi del sogno catalano dobbiamo archiviare il capitombolo del Manchester City del buon Pep Guardiola, danneggiato più dalla sfortuna che da una reale crisi e che forse potrebbe proprio lui, insieme al suo vecchio discepolo Lionel Messi, dare vita ad un’altra pagina di un romanzo epico in salsa inglese. Di romanzo verista invece, dobbiamo parlare per Romelu Lukaku. Incredibile come in un libro di Verga la parabola del vincente Lukaku che, proprio nella sera in cui uguagliava Cristiano Ronaldo per reti segnate in una competizione europea, viene tradito da un controllo superficiale regalando alla propria squadra una sconfitta amara che forse non riflette tutta la verità sulle prestazioni di questo anno sportivo o almeno, quelle del bomber belga.

A commentare questi scampoli di emozioni c’è una televisione spiazzata, attrezzatasi in quattro e quattr’otto a seguito della decisione repentina di riprendere le competizioni europee da parte della UEFA. Fuori dai giochi la Rai, troppo difficile per l’impianto giurassico della televisione nazionale assicurarsi i playoff delle competizioni europee, la proposta calcistica si è presentata su Mediaset nella frequenza di Canale 5 e su Tv8, nuovo canale di proprietà di Sky. Distopico il calcio estivo, ma non tanto i programmi sportivi. Mentre i diversi commentatori e presentatori si preparavano trucco e parrucco, l’Italia era già da un’altra parte. 

champions league tv

Sfumature assolutamente non colte dal programmone (come direbbe Nino Frassica) messo su da Canale 5 che affida ad un teso Carlo Prandi la conduzione del post partite di Champion League compresa la finalissima Paris Saint Germain – Bayern Monaco, facendolo accompagnare in studio da Ciro Ferrara, Sandro Sabatini, Graziano Cesari e Claudio Raimondi. Ferrara é lento e noioso, spesso farraginoso per quanto saggio, a ravvivare il programma ci pensano almeno un po’ le abbronzature di Sabatini e Cesari che riportano un po’ di colore in uno studio apparso veramente troppo old style. Impeccabile Sabatini nel contraddire qualunque cosa dicesse Ferrara, per principio, questo giochino ha dato un po’ di colore e divertimento ai post partita targati Mediaset.

Fa invece ben sperare la programmazione sportiva di TV8 che porta in chiaro uno studio divertente e professionale in cui le facce appaiono più fresche e convincenti. Sia ben chiaro: non é una questione di età ma di stile, anche se alla fine un po’ l’età conta. Le telecronache affidate a Andrea Marinozzi sono state fresche e originali, travolgendo nell’entusiasmo Ferdinando Orsi, impeccabili invece quelle di Massimo Ciaramella. Ma a divertire davvero sono i post partita di Studio – Europa League Show condotti da Anna Billò, una vera figura femminile che sa proporre discussioni e rimettere i vari maschietti al loro posto nei loro sfoghi di machismo. Impeccabili anche gli ospiti: Beppe Bergomi, Daniele Adani, Riccardo Trevisani, Fayna e Gianluca Di Marzio in collegamento da Lisbona. Fresco e pimpante già dalla sigla iniziale, La canzone dell’estate di Luca Carboni, le serate Lisbonesi su Tv8 si sono trasformate in piacevoli notti di chiacchiere e commenti in un bar che purtroppo per ora rimane ancora quasi esclusivamente virtuale. 

Studio – Europa League Show
Studio – Europa League Show

E questo é il punto centrale di tutta la vicenda. Il Covid ha cambiato il modo di fruire del calcio, oltre ad aver cambiato volente o nolente una parte di mondo. Da spettacolo dal vivo ripreso dalle telecamere si é trasformato in evento per le telecamere, visto che sugli spalti non c’è nessuno. Il processo per la verità é iniziato già molto tempo con la spettacolarizzazione dei pre-partita, ma l’emergenza sanitaria ha ovviamente accelerato il processo. Il calcio sarà sempre più vissuto come uno spettacolo televisivo e come tale dovrà essere sempre più capace di ricreare attorno all’evento sportivo uno show, rispecchiando il più possibile i sentimenti e i caratteri presenti in questo momento tra il pubblico. I personaggi del calcio, come ci ha insegnato questa estate la piccola kermesse delle coppe europee, torneranno ad essere caratteri lontani dalle feste mitiche da raccontare con quotidiana e freschezza.

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