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Buffon non è un santo

Enzo Ferrari diceva: ‘Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un’automobile, sicuramente la farà rossa.’ Allo stesso modo dite a quel bambino di disegnare un portiere su un campo da calcio e sicuramente disegnerà Gianluigi Buffon. Ho iniziato a guardarti dietro a quella porta del Delle Alpi , passandoti il pallone per battere una rimessa dal fondo. Poi… vabbè il resto lo sappiamo. Goditi questa seconda parte della vita. Non troverai quell’adrenalina che solo il campo può regalarti, ma ci saranno nuove emozioni…vedrai!

Con queste parole Claudio Marchisio ha voluto salutare l’addio al calcio di Gianluigi Buffon, portiere su cui da anni è già partita la discussione se sia il più forte della storia della calcio.  Marchisio, grazie alla citazioni di Enzo Ferrari, fotografa benissimo lo status di Gigi Buffon portiere che, oltre alla longevità, ha nella propria carriera una serie di momenti epici difficilmente riproducibili nel calcio contemporaneo. Un eroe romantico con la faccia da sberle, uno di quei personaggi da cinema americano degli anni Settanta. La prima cosa evidente che salta agli occhi, facendo un bilancio, è la precocità della carriera di Buffon: esordì in serie A a soli 17 anni con il Parma. Notare che in quella partita lo 0 a 0 con cui Buffon si presentò al grande pubblico, fu guadagnato contro Roberto Baggio e George Weah che all’epoca militavano nel Milan. Ma se questo aneddoto già sarebbe un buon incipit per una bella storia, dovreste sentire cosa è successo negli anni precedenti al suo arrivo nella massima serie.

Il giovane Buffon ai guanti da portiere non ci pensa proprio, Gigi è un felice centrocampista dai risultati decisamente positivi, visto che a tredici anni viene acquistato dal Parma. Ma è un’illuminazione a cambiare il suo destino. Durante i mondiali di Italia ’90, Buffon scopre Thomas N’Kono portiere del Camerun; la sua grinta, il suo carisma, la sua forza plagiano il giovane Gigi. Negli anni successivi Buffon omaggerà a più riprese il collega africano dichiarando in occasione della nascita del primo figlio: “Ho scelto il nome Thomas per tanti motivi. In più si chiamavano così il mio idolo N’Kono, il portiere del Camerun che mi ha fatto innamorare di questo ruolo durante Italia ’90“.

Il rapporto con N’Kono durerà negli anni, infatti qualche giorno da, dopo l’annuncio del ritiro, il portiere del Camerun ha lanciato sui social un video di saluto decisamente toccante. Dal 1995 al 2001 è storia conosciuta, Buffon milita nel Parma più forte di tutti i tempi. Nell’estate del 2001 la Juventus si accaparra i guanti di Buffon intravedendoci un investimento a lungo termine: i fatti daranno ragione ai dirigenti bianconeri, naturalmente. Gli anni alla Juventus sono entusiasmanti, eclatanti, folgoranti, anche se ovviamente in quasi vent’anni di presenze ci saranno alcuni momenti bui. Ma sono i record a parlare: recor di presenze in serie A, record di partire imbattuto, record di scudetti consecutivi e molti altri. Nel mezzo metteteci un Campionato del Mondio vinto nel 2006, tanto per completare la foto. Ma paradossalmente sono questi gli anni più bui di “Superman”.  L’Italia, ma soprattutto la Juventus, è travolta da Calciopoli. Uno dei momenti più bassi del calcio italiano di sempre. Lo scudetto vinto sul campo (usiamo per brevità questa espressione)  dalla Juventus viene revocato e assegnato alla seconda classificata, mentre i bianconeri scivolano in Serie B per la stagione 2006-2007. In questo clima di sfiducia e riflessione sulla moralità dello sport, Gigi Buffon decide di metterci del suo. Personaggio da sempre decisamente trasgressivo, il portierone è coinvolto nell’inchiesta su Calciopoli. accusato di aver scommesso, o di aver fatto scommettere, su alcune partite incriminate. Ricordiamo che i calciatori di Serie A hanno nel proprio codice di comportamento un preciso articolo riguardante l’impossibilità di scommettere su alcun evento sportivo. Il codice sportivo infatti recita all’articolo 24: “Ai soggetti dell’ordinamento federale, ai dirigenti, ai soci e ai tesserati delle società appartenenti al settore professionistico è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA.

Buffon non viene incriminato, ma la faccenda dei quattordici assegni del valore di 1 milione e 580 mila euro a sua firma arrivati a una tabaccheria di Parma che funzionava come ricevitoria per scommesse sportive è una faccenda che ha gettato un’ombra sul portiere della Nazionale. Più volte incalzato sul tema Buffon ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che: “Le scommesse sono un attacco  vergognoso. Mi dà fastidio sia stata messa in dubbio la mia correttezza sportiva. Se ho scommesso, e mai sulle partite, è stato perché chi vive la nostra vita deve trovare una trasgressione. Io non vado in discoteca, non ho mai fatto uso di droghe, ho sempre avuto solo una donna. Scommettevo, ma quelli sono fatti miei. E da lì a vendere partite, al riciclaggio, ad altre cose losche… ce ne passa“.

Ma il gusto per la trasgressione non ha mai abbandonato Superman, che nel 2011 è al centro di un’indagine circa le sue quote azionarie dell’azienda tessile Zucchi, sponsor della FIGC, e quindi con rischio di conflitti d’interesse. Più controversa la sua liason nera con l’estrema destra, sempre negata, ma che è costantemente saltata fuori in diverse occasioni (“Boia chi molla” sulla maglietta, poi il numero 88 che ricorda il saluto nazista per via della doppia H). Buffon ha sempre negato ogni suo coinvolgimento politico dichiarandosi vittima di strumentalizzazione mediatica. Più seria la faccenda che lo ha visto dover patteggiare per un titolo falso di diploma di ragioneria nell’atto d’iscrizione alla facoltà di Giurisprudenza nel 2000, ove avrebbe rischiato addirittura la reclusione. 

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Buffon è sempre stata una personalità eclettica, caratterista per cui ha attirato detrattori e appassionati in egual misura, coltivando tra l’altro rapporti con il mondo dello spettacolo (entrambe le sue due mogli provengono dal mondo televisivo) e il mondo della cultura. Divertente e che ci fa scoprire un Buffon culture dell’arte è la sua amicizia con Vittorio Sgarbi immortalato in un fantastico siparietto dalle Iene.

Buffon rimane uno degli sportivi più longevi e vincenti di sempre, uno dei calciatori italiani più amanti e controversi della storia del calcio moderno. Lo ricordiamo calcisticamente anche per il coraggio di fare scelte difficili, quella di andare al Paris Saint Germain dopo vent’anni alla Juventus (facendo bene a Parigi per altro), e quella ancora più romantica di andare a chiudere la sua carriera a Parma, città che lo ha iniziato al calcio. Buffon è stato una rockstar del calcio degli anni Duemila, questo gli ha permesso certamente di essere longevo e di vivere ogni passaggio da protagonista. I santi sono fatti per essere ammirati non imitati, diceva Jacques Lacan; chissà se invece Buffon non abbia sempre avuto in mente di disegnare se stesso come un giocatore straordinario e un uomo normalissimo: con i suoi limiti, con i suoi vizi. 

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