Nell’era delle squadre controllate da governi e agevolate da federazioni ammiccanti, il quadro normativo attuale risulta inadeguato. Serve cambiare approccio perché alla fine deve valere sempre il vecchio assioma che “il calcio appartiene ai tifosi”. Qualunque sia la tua opinione sulla ricchezza del Manchester City, della Juventus o dei proprietari del PSG, servono nuove regole.
Il calcio è davvero un business in perdita? Per moltissimi sì, per altri (pochi) a quanto pare no. Non lo è per lo sceicco Mansour, il proprietario del Manchester City, che ha acquistato la sua nona squadra di calcio e che non contento avrebbe messo gli occhi anche sulla decima.
Pochi lampi, poche giocate da lasciarti a bocca aperta, nulla lasciato alla fantasia ma tutto in mano a fraseggi sterili, giocando di rimessa nell’attesa dell’errore dell’avversario. Siamo, del resto, nell’era del gegenpressing: giocate singole carenti a favore di un’intesa corale soporifera.
La presidentessa della Moldavia ha annunciato di essere stata informata che sarebbe imminente un colpo di Stato per rovesciare lei e il suo governo e fin qui, purtroppo, non ci sarebbe niente di nuovo. Tutto si infittisce quando annuncia che la partita si giocherà a porte chiuse per impedire ai tifosi del Partizan di partecipare in massa allo stesso golpe.
Il calcio greco è un disastro. Non da oggi, ma almeno da una decina di anni. Tutto il sistema è marcio, impantanato in una melassa di violenza, corruzione e criminalità. La vittoria della Grecia a Euro 2004 si è rivelata un fuoco di paglia, un intermezzo incantato in una storia altrimenti brutta.

About

Zeta è il nostro modo di stare al mondo. Un magazine di sport e cultura; storie e approfondimenti per scoprire cosa si cela dietro le quinte del nostro tempo,