Se Maradona è il mito dell’uomo contro tutti, rivoluzionario, arrogante e geniale, sprezzante e autolesionista, Messi è il mito dell’uomo che sfida il proprio destino, prende sulle spalle la propria vita e cerca di cambiarla.
A suo parere la scelta è stata del tutto errata, per una serie di ragioni.
Talent scout, preparatori, presidenti con la passione del calcio, potrebbero rivelarsi nel tempo un antidoto allo strapotere dei grandi gruppi commerciali, almeno nell’ambito dei risultati.
Si descrivono come "la squadra di calcio del Web 3.0" e hanno l'ambizione di raggiungere la Premier League attraverso un modello a metà tra speculazione digitale e storytelling.
Pochi lampi, poche giocate da lasciarti a bocca aperta, nulla lasciato alla fantasia ma tutto in mano a fraseggi sterili, giocando di rimessa nell’attesa dell’errore dell’avversario. Siamo, del resto, nell’era del gegenpressing: giocate singole carenti a favore di un’intesa corale soporifera.
Sfuggito di mano, questo mondiale si profila sempre di più come lo spartiacque fra due mondi differenti
Ronaldo ora potrebbe tirarsi indietro e riconoscere i suoi limiti. Ma farlo significherebbe andare contro ogni tratto distintivo che lo ha portato in cima.
A sei mesi dall'inizio della guerra, l'Ucraina ha ripreso le sue competizioni calcistiche nazionali, nonostante il costante pericolo che il conflitto in corso comporta.
Dall’industria tessile lombarda alla finanza globalizzata, la storia economica di Milano si riflette nei personaggi che nei decenni hanno assunto la presidenza del Milan. Più dei rivali interisti, i proprietari della squadra rossonera raccontano come sono cambiati il potere e le strutture economiche dal dopoguerra a oggi.
Che fare allora con questo mondiale, boicottarlo oppure no?
Simone Inzaghi ha dimostrato, sta dimostrando con i fatti di essere capace di trasformarsi nel matador che giocatori, tifosi e società cercano
Perché cosi tanta fiducia reciproca fra calcio e cryptovalute?