bresh guasto d'amore genoa

Da De André a Bresh, l’amore per Genova è canzone

Qualche settimana fa in un negozietto di Atene dove ero entrato per comprare alcuni yogurt, inizio a chiacchierare con il cassiere, un ragazzo sulla trentina che mi aveva scambiato per greco.  Dopo aver scoperto che ero italiano, il ragazzo mi dice che lui è un grande tifoso del Genoa, perché è la squadra più romantica d’Italia. Sorrido e scambiamo due battute sulla storia del Genoa, mentre ripenso agli amici genoani che mi hanno passato un po’ della loro passione per il grifone rosso-blu. Intanto in radio in Italia capita spesso di ascoltare una canzone coinvolgente e dal ritmo morbido, che a tutta prima sembra una classica canzone d’amore, dopo qualche parola però si intuisce che l’oggetto amoroso non è una donna o un uomo.

E se non avessi una bandiera, non saprei che vento tira
Una canzone leggera che mi pesi sulla vita
Quella voglia di cantare fino a farmi lacrimare
Perché una guerra d’amore vale come una partita
Se non avessi mai perso, non saprei cos’è la sfida

Si intuisce immediatamente che l’oggetto amoroso è una squadra, e forse qualcosa di più:

Ho un guasto d’amore se vedo il Grifone
Mi trema la pancia e mi vibra la voce

La canzone, l’avrete riconosciuta, è il pezzo di Bresh, Guasto d’amore, dedicata al Genoa, la squadra che si contraddistingue per il grifone sul punto di schernire l’avversario. Si dà il caso che Guasto d’amore sia diventata in pochi giorni un caso sia discografico che di costume. In primis perché si è piazzata prima nella classifica Fimi, e poi perché in breve tempo è diventata il coro preferito dalla curva genoana.

bresh guasto d'amore genoa

È semplice e romantico spiegare il successo di Guasto d’amore, basta raccontare l’amore di Bresh (cresciuto a Bogliasco, Genova) per il suo Genoa. Passione che coinvolge e attraversa il cuore di tutti i tifosi genoani che da sempre trasformano lo stadio Marassi in una bomboniera di colori e coreografie dedicate al grifone. Più complesso invece, ma più interessante ancora da capire, è il legame fra Bresh e la città. Un legame che negli anni ha mescolato calcio e musica in un unica passione che lega cittadini e non ai colori rossoblu. Bresh infatti nella sua hit, prodotta sapientemente dal fidato Shune, non canta solo l’amore per la sua squadra, ma intesse un testo i cui riferimenti sono costantemente un rimando ai colori, ai profumi, alle immagini della città. Gli stessi colori che cadono in mare/ Quando il sole tramonta senza salutare” è per esempio una delle tante immagini che rimandano in modo esplicito alla città dei carruggi. Perché scrivere una canzone dedicata al Genoa non è solo scrivere una canzone d’amore per una squadra, ma soprattutto per una città e la sua cultura. 

Sapientemente Bresh gioca proprio coi toni e con le melodie della scuola cantautorale genovese, sin dall’incipit di chitarra, per poi chiarire definitivamente le intenzioni in un ritornello denso e malinconico che sarebbe piaciuto a Lauzi o De André. Non è un caso che Andrea Brasi, in arte Bresh, abbia sempre dichiarato il proprio amore per De André e la scuola genovese, tanto da cercare divergenze e similitudini tra la old school genovese degli anni Sessanta e quella moderna, nel documentario La scuola genovese, prodotto e ideato da Claudio Cabona, giornalista genovese e attento critico musicale.

Del resto De André in qualche modo ha preceduto Bresh nel cantare l’amore per il Genoa. Ricordiamo le sue strofe nella splendida Genova Blues di Francesco Baccini. Anche il quel caso l’amore per la città si confonde e compenetra con l’amore per la squadra manciata dal grifone. Un rapporto, quello tra calcio e canzone, che parte da lontano, sin dal  1931 quando Mario Cappello compose Semmo do Zena il primo inno del Genoa. Un amore, quello che per la squadra rosso-blu, che attrae e fa immaginare tifosi da tutto il mondo, un po’ perché Genova è immigrazione, è porto, un po’ perché è approdo, tanto per i milanesi vagabondi quanto per gli inglesi che nel 1893 fondarono il Genoa Cricket and Athletic Club, divenuto poi solo Genoa. Una squadra nata sotto il segno del cosmopolitismo, segno poi mantenuto nel tempo.

de andré genoa

Oggi Genova è una città che attrae turisti per le preziose strutture dedicategli da Renzo Piano dal 1992 in poi, un genovese tornato dopo aver strabiliato il mondo con le sue eleganze. Ma è il popolo genovese ad essere sempre il motore scatenante per noi che “guardiamo Genova“, come direbbe Paolo Conte, tanto per citare un’altra canzone splendida dedicata alla città. Quel popolo che si rivede nella sua vecchia squadra, nei suoi colori e nel suo orgoglio. Quel popolo che sta così bene dietro ad una melodia e ad un giro d’accordi, proprio quello che ci ricorda ancora oggi Bresh con la sua Guasto d’amore

About

Zeta è il nostro modo di stare al mondo. Un magazine di sport e cultura; storie e approfondimenti per scoprire cosa si cela dietro le quinte del nostro tempo,

Altre storie
messi inter miami
Lo sbarco di Messi in America