messi inter miami

Lo sbarco di Messi in America

Nell’estate della reconquista araba nel calcio mondiale, il più grande giocatore vivente, sicuramente tra i migliori della storia, sceglie l’ovest, sceglie il “nuovo continente”. Lionel Messi, annunciato tutto sommato con poco clamore, nel mese di giugno ha ufficializzato il suo passaggio all’Inter Miami. Naturalmente non una squadra qualsiasi, ma una con un grande glamour, fosse anche solo per il suo presidente, il bellissimo David Beckham. La notizia, come già detto, tutto sommato è passata quasi in secondo piano rispetto alla marea di giocatori in piena attività che dall’Europa hanno deciso di trasferire i propri scarpini chiodati sui terreni dell’Arabia Saudita. Messi contro corrente, Messi che può fare quello che vuole evidentemente, Messi che va in America. 

Il suo arrivo il 12 giugno scorso è stato anticipato neanche a dirlo da cifre stratosferiche. Il suo ingaggio si aggirerà intono ai 55 milioni di dollari a stagione; niente di paragonabile al milione di euro (ma anche molto meno) che percepiranno i coscritti dell’asso argentino. In realtà, bisogna ragionare con calma sulle cifre. Ricordiamo infatti che La Pulce ha rifiutato un ingaggio di 440 milioni di dollari da parte dell’Al-Hilal, squadra saudita. Quindi, questa volta non bisogna, con le dovute proporzioni rispetto al mondo reale, strabuzzare gli occhi per le cifre.  L’arrivo di Messi in Florida, però, ha subito portato un clima di eccitazione e spettacolo, in una città e in una squadra che già di loro non faticano ad essere colorite e stroboscopiche. Aspettato da centinai di tifosi all’aeroporto di Miami, Messi è atterrato col suo jet personale insieme a moglie e figli accolto in UN clima di festa. Nei giorni precedenti al suo arrivo era stato il presidente dell’Inter Miami a preparare lo spettacolo salendo insieme all’artista argentino Maximiliano Bagnasco su un’impalcatura per dipingere un gigantesco murales (non di grandissimo gusto per la verità) rappresentate appunto Lionel Messi in azione.

Naturalmente la scena ripresa da mille telefonini è stata soprattutto oggetto di una fortunatissima story di Viktoria Beckham, moglie dell’ex giocatore, che ha salutato il gesto come forse deve aver fatto Cleopatra condendo le sue grazie a Marco Antonio: “David sta là in alto, non c’è nulla che non possa fare David, sono entusiasta“, aggiungendo che era davvero una bella idea quella del marito di accogliere il giocatore più forte del mondo con un murales principesco.

Avevo promesso di portare i giocatori più forti del mondo a Miami e portando il più forte penso di aver accontentato i fans.

David Beckham

Non solo il presidente e sua moglie hanno accolto l’asso argentino: tantissimi tifosi in visibilio hanno dato spettacolo per le strade di Miami. In molti video gli intervistati, oltre ad esprimere entusiasmo per l’arrivo di Messi, non nascondono l’accento argentino abbastanza spiccato. Già perché Miami è decisamente la città americana più sudamericana degli Stati Uniti, dove il 66% parla spagnolo come prima lingua, anche se le nazionalità prevalenti sono quella cubana e quella venezuelana. Che sia stata questa una delle chiavi della decisione di Lionel Messi nel decidere il proprio trasferimento? Verrebbe da pensare di sì almeno per due ragioni: la prima è quella linguistica (Messi non ha mai nascosto la sua scarsa volontà di imparare altre lingue), la seconda è quella di andare a vivere in un ambiente più vicino a quello in cui è cresciuto. Ricordiamo, inoltre, che La Pulce già da anni possiede una splendida casa milionaria (neanche a dirlo) proprio sulla Sunny Isles Beach. Particolarità della sua proprietà è di essere inserita in una torre dal gusto futurista dove le automobili entrano direttamente in casa grazie ad uno speciale ascensore. Non a caso la palazzina si chiama Porsche Design Tower. Ma sarebbe un po’ banale ridurre tutto ai soldi ed al lusso, Messi non ha bisogno di dimostrare nulla da ormai molti anni, ci sono particolari più interessanti della sua nuova vita che colpiscono. 

messi inter miami

Il tabloid inglese Mailonline ha pubblicato delle foto (evidentemente posate) in cui Messi mostra sé stesso e la propria famiglia nella semplice quotidianità: mentre fanno la spesa, mentre sono in piscina, mentre camminano per la strada. Per quanto ovviamente in parte costruita, l’immagine che Messi vuole lanciare è chiara: ha scelto di far vivere la sua famiglia in un posto “normale”, in cui si vive meglio. Scelta veramente difficile da contestare al di là di ogni riflessione sul denaro. 

Di denaro, invece, bisogna evidentemente parlare quando si analizza dell’effetto Messi sulle sorti della squadra di Miami. Che l’operazione fosse di immagine, di glamour e di investimento era evidente sin dall’inizio ma i numeri fanno comunque effetto. Il sito di biglietti online TickPick fa sapere che il biglietto più economico per partecipare al match contro il modesto Cruz Azul è costato soltanto 29 dollari. Dopo l’annuncio del debutto del fenomeno argentino proprio in quella partita, i biglietti sono impennati del 1.034%. Cosa aspettarci da Messi negli Stati Uniti? Non molto dal punto di vista sportivo, ma non è quello che conta. Se l’obiettivo arabo è quello di rinvestire cifre guadagnate con il petrolio in alte forme di investimento, quello americano è di creare un sogno in cellulosa, un’idea di glamour e prosperità tipico del sogno americano. Certo, fa riflettere come Messi al di là dei soldi, sia forse l’unico calciatore al mondo in questo momento ad aver scelto gli Stati Uniti al petrodollaro. Proprio lui che ha vinto il Mondiale in Qatar ed ha giocato nel Paris Saint German, squadra tra le prime ad essere alimentata a petroldollari. Che Messi abbia intuito qualcosa? Che Messi sia il primo giocatore ad aver colto che dietro una montagna di denaro non c’è una serenità esistenziale?

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